Ancora una delusione per i rimanenti 32 mila esodati che tuttora attendono una misura di tutela. Si tratta di tutti quei lavoratori che hanno dovuto fare i conti con l'allungamento dell'età pensionabile previsto dalle rigide norme della Riforma Fornero.

Rinviato l'esame dell'ottavo provvedimento di tutela

Le sette precedenti misure di salvaguardie sono servite per garantire una copertura previdenziale a circa 170 mila lavoratori mentre altri 32 mila sono rimasti esclusi. È questo il motivo che ha spinto il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano a depositare il disegno di legge sull'ottava e definitiva misura di salvaguardia.

Misura che sembra passare inosservata visto che l'esecutivo sembra concentrarsi sulle altre priorità: dall'anticipo pensionistico alla quattordicesima sulle Pensioni minime e al cumulo gratuito dei contributi.

Nei giorni scorsi, infatti, è stato rinviato per fine mese l'esame del ddl recante le disposizioni sull'ottava misura di salvaguardia depositato dallo stesso Cesare Damiano in Commissione Lavoro alla Camera. Un'altra dura batosta per i lavoratori che ormai da anni attendono l'agognata pensione, visto che potrebbe significare l'ennesima esclusione dalle misure da inserire nella Legge di Stabilità. Il disegno di legge di cui Damiano è il primo firmatario avrebbe concesso la tutela previdenziale a circa 6.800 lavoratori in mobilità e altri 25.200 ai lavoratori autorizzati alla prosecuzione volontaria, ai cessati dal servizio, ai lavoratori a tempo determinato e a coloro che hanno usufruito dei permessi per assistere familiari con disabilità grave.

Il Governo pronto all'Ape, probabile no alla salvaguardia

Nonostante la lunga battaglia intrapresa dalla minoranza Dem, il Governo potrebbe ancora una volta dire no all'ottava misura di salvaguardia visto che, stando alle dichiarazioni del Premier Renzi la flessibilità in uscita potrebbe riguardare una platea più ampia di beneficiari seppure con una differenza sostanziale.

L'Ape, infatti, costringerebbe i lavoratori alla restituzione del prestito ottenuto con l'ausilio di banche ed istituti di assicurazioni mentre il provvedimento di tutela darebbe subito la possibilità agli esodati di fruire della pensione senza nessuna penalità sull'assegno.