Nella giornata di ieri è stato diffuso il verbale dell'accordo sulla riforma pensioni da mettere in campo. Come avevamo già sottolineato, restano alcuni nodi da sciogliere: innanzitutto, la questione della Quota 41 per i lavoratori precoci – la definizione della categoria è stata molto ristretta e la platea si è ridotta; in secondo luogo, la vertenza degli esodati: non è ancora chiaro se si agirà mediante una salvaguardia ulteriore (la ottava, richiesta da mesi), oppure se sarà una delle categorie che, in un modo o nell'altro, rientrerà nel dispositivo APE.

Infine, la polemica proprio sull'anticipo pensionistico chiamato 'APE': la metà della rata che si andrà a versare sarà per rimborsare banche e assicurazioni.

Lavoratori precoci ed esodati: novità riforma pensioni governo Renzi

Il verbale sulla riforma Pensioni prevede alcune disposizioni a favore dei lavoratori precoci, ma la platea è stata comunque ridotta in maniera decisa. Le misure sarebbero due: la prima concerne la cancellazione delle penalizzazioni per chi va in pensione prima dei 62 anni e la seconda riguarda la cosiddetta Quota 41. Questo dispositivo richiesto proprio dai diretti interessati viene agganciato a dei requisiti molto precisi: potrà accedervi soltanto chi si trova in situazioni di disoccupazione, di disabilità o effettua lavori usuranti (da definire con i sindacati).

La soluzione non convince, perché la richiesta era Quota 41 per tutti, c'è poi la questione delle pensioni per gli esodati: sia Damiano che Nannicini hanno assicurato che, all'interno della legge di stabilità, arriverà l'ottava salvaguardia, dopo che i comitati avevano sottolineato come per molti di loro fosse impossibile l'accesso ai requisiti dell'APE social.

Il nodo dell'APE: ultime novità riforma pensioni governo Renzi

Un articolo di Repubblica sottolinea con precisione qual è il motivo delle polemiche intorno alla riforma pensioni che prevede il dispositivo APE: per coloro che dovessero scegliere liberamente l'uscita anticipata, le penalizzazioni potrebbero arrivare anche al 25% dell'assegno.

Una penalità così elevata rischia di far divenire l'APE un flop annunciato. Secondo le simulazioni dell'istituto Progetica, citate sempre dal quotidiano, circa metà della rata mediante la quale il pensionato restituirà il prestito ricevuto andrà alle banche e alle assicurazioni. Molte sono le polemiche proprio su questo punto: da più parti, si sottolinea come il governo Renzi abbia voluto fare un ennesimo regalo al sistema bancario e finanziario. Al momento, comunque, sembrano essere queste le regole che l'esecutivo intende mettere in campo. Per aggiornamenti, cliccate su 'Segui' in alto sopra l'articolo.