Sabato prossimo, 15 ottobre, il Consiglio dei Ministri dovrebbe approvare la nuova manovra finanziaria, la Legge di Bilancio per il 2017. La manovra, che dovrebbe essere di una trentina di miliardi, tra i suoi punti più importanti avrà le misure previdenziali su flessibilità e Pensioni minime. Ormai il pacchetto previdenziale è pronto e si tratta solo di limare alcuni dettagli ed ecco perché a 24 ore dal varo della Legge di Bilancio, Governo e sindacati si incontreranno nuovamente per delineare meglio gli Interventi.

Gli ultimi nodi da sciogliere

Rispetto ai vari incontri delle scorse settimane, Governo e sindacati questa volta si troveranno a Palazzo Chigi e non presso la sede del Ministero del Lavoro. La discussione di domani 14 ottobre dovrebbe essere incentrata su eventuali (ma difficili) correttivi al pacchetto previdenziale che appare ormai ben delineato e soprattutto sull’APE social, con le categorie da far rientrare nell’agevolazione. L’APE social infatti è la misura previdenziale per soggetti bisognosi di aiuto, il cui costo sarà sgravato dai pensionati e caricato interamente o quasi sulle casse statali.

Il meccanismo dell’APE ormai è ratificato, con la pensione che sarà erogata sotto forma di prestito da parte delle banche e che avrà tutte le caratteristiche del finanziamento bancario vero e proprio, con interessi ed oneri assicurativi compresi.

La scelta di quando lasciare il lavoro sarà libera a partire dai 63 anni di età. Al termine del periodo finanziato, cioè una volta raggiunta la pensione originale, a 66 anni e 7 mesi, si dovrà restituire il prestito in 20 anni con rate mensili trattenute dalla sua pensione. Nell’APE social invece, la rata la pagherebbe lo Stato, ecco perché domani si lavorerà sulla definizione della platea di soggetti a cui erogare la pensione in forma assistenziale.

Per tutti APE scontata

Le categorie a cui sarà destinata l’APE social saranno 4 e se su 3 di esse non ci sono grandi problemi da risolvere, sull’ultima, quella dei lavori usuranti e gravosi, l’incontro di domani sarà importantissimo. L’APE non avrà costi e penalizzazioni per i disoccupati senza coperture da ammortizzatori sociali, per i disabili e per i lavoratori che hanno carichi di famiglia particolarmente complessi, quindi famiglie numerose o con al loro interno soggetti disabili diversi dal lavoratore.

Per i lavori pesanti invece ci sono almeno una decina di attività che si sta valutando se inserire o meno nell’anticipo assistenziale. Con le regole attuali, i lavori considerati usuranti godono dello scivolo a 61 anni e 7 mesi, con finestre mobili e meccanismo quota.

L’elenco dei lavori usuranti è stilato dall’INPS ed oggi consta di lavoratori notturni e di poche categorie come i minatori, i palombari ed altri lavori poco frequenti. Per questi, il pacchetto previdenziale produrrà già alcuni vantaggi, come la chiusura del sistema delle finestre che di fatto agevolerà la loro uscita dal lavoro. Le attività su cui si lavora sono le maestre di asilo, gli infermieri, i lavoratori in edilizia, i vigili urbani e così via.

Tutte categorie per le quali i propri rappresentanti sindacali hanno rivendicato la pesantezza del lavoro ed il logorio psico-fisico a cui sono sottoposti gli addetti. Il fattore determinante sarà come al solito le coperture economiche perché il Governo dei 6 miliardi stanziati per la previdenza, per l’anno 2017 conta di spenderne 1,5. Di questi poi, per l’APE social la spesa dovrebbe assestarsi sui 400 milioni. È naturale che aumentando le cifre, aumentano le possibilità che la platea di lavori usuranti venga ampliata. Le ultime voci inoltre confermano come l’APE sarà attiva e richiedibile dal 1° maggio 2017. L’uscita, anche per chi non avrà il beneficio sociale, consentirà di detrarre il 50% del costo degli interessi e delle spese del prestito. Questo significa che per i nuovi pensionati, l’APE non costerà più del 5% di penalità, quindi meno del salasso a cui sembrava fossero destinati.