Arrivano direttamente dalle parole di Nannicini le novità sulla tanto chiacchierata riforma Pensioni per il prossimo anno, che vede al centro sia la quattordicesima che l'anticipo pensionistico. A poche ore dall'inizio del nuovo confronto tra governo e sindacati, l'esponente dell'esecutivo Renzi ha definito, a grandi linee, il contenuto del pacchetto previdenziale da 6 miliardi di euro in 3 anni, circa 2 per ogni anno. Restano ancora da definire però i lavori gravosi, una delle partite più importanti da giocare, tra virgolette.
Pensioni, Nannicini spiega la riforma
Viene conferma l'aumento della quattordicesima nella nuova riforma delle pensioni per il 2017. Un aumento per coloro che già la prendevano ed una estensione a tutti coloro che, fino ad oggi, erano rimasti esclusi. Per coloro che percepiscono un assegno previdenziale fino a 750 euro, l'aumento sarà pari a 100-150 euro, mentre tutti quelli che hanno un assegno pensionistico fino a 1.000 euro, percepiranno una quattordicesima compresa tra i 330 e 500 euro.
Di questa misura ne aveva già parlato, nei giorni scorsi, il ministro del Lavoro Poletti, dunque le parole di Nannicini non sono che un'ulteriore conferma di quanto già si era detto. Semaforo verde dunque per la quattordicesima, con le cifre, proferite dal sottosegretario durante un'intervista concessa al Tg2, che dovrebbero essere, utilizziamo il condizionale, definitive, anche se forse è meglio attendere l'esito del tavolo di confronto odierno tra governo e sindacati.
L'argomento poi si è spostato sull'Ape. Anche la pensione anticipata a 63 anni rimane confermata, così come la variante Ape sociale per i soggetti più in difficoltà e per tutti coloro che hanno svolto attività gravose. Quest'ultime, come sottolineato nel paragrafo introduttivo, devono ancora essere stabilite. Il giudizio, così come ha espresso Cesare Damiano in una recente nota pubblicato sul proprio sito, cesaredamiano.org, rimane dunque sospeso fino a quando non si sarà fatta luce sulla definizione di tali attività.
Nannicini, parlando dei costi dell'Ape normale, ha annunciato che questi saranno tra il 4,5 e 5 per cento per ogni anno di anticipo, cifre che non si discostano tanto da quelle circolate nelle precedenti settimane. Ciò significa che se un lavoratore decide di anticipare l'uscita dal mondo del lavoro di 3 anni vedrà decurtarsi l'assegno pensionistico del 15 per cento circa.
Per i valori esatti, in ogni caso, attendiamo il testo definitivo, che avremo modo di leggere soltanto tra qualche giorno.
Il sottosegretario alla presidenza del consiglio ha spiegato infine che il governo, con questi provvedimenti, ha voluto dare una risposta a tutti coloro che sono disoccupati e svolgono lavori gravosi. Nannicini ha posto più volte l'accento sull'equità sociale, parlando di "esigenze". Per l'esecutivo era arrivato il momento di dare un segnale forte a chi percepisce una pensione bassa. Va in questa direzione, ad esempio, la misura sull'incremento della quattordicesima, nonché l'allargamento della platea dei beneficiari.