Le novità riguardanti il Piano di Formazione Nazionale per i docenti è stato presentato ieri, martedì 3 ottobre, dal ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini. Secondo quanto descritto dalla responsabile del Miur, i circa 750.000 insegnanti, tra maestri e professori, 'torneranno a Scuola' a partire da quest'anno.

Sono nove le priorità che si è posto il dicastero di Viale Trastevere per la formazione dei docenti, priorità che riguarderanno l'autonomia didattica, l'alternanza scuola-lavoro, la prevenzione del disagio giovanile e l'inclusione oltre alle lingue e al digitale.

Un bel po' di lavoro supplementare, dunque, per i docenti che, nell'arco del prossimo triennio, dovranno impegnarsi per migliorare le loro competenze.

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Naturalmente, non potevano mancare le critiche alla novità proposta dal Ministero dell'Istruzione, per altro già annunciata da tempo. Sulle pagine Web de 'Il Fatto Quotidiano', la pedagogista Franca Pinto Minerva ha dichiarato che gli insegnanti hanno, soprattutto, bisogno di essere stimati e motivati: c'è il rischio di approntare un piano di formazione 'senza anima'. Bisogna andare oltre le tecniche ed i contenuti e tenere conto anche della dimensione riflessiva: in ogni caso, è la 'legge 107 a non avere un processo di umanizzazione' ha sottolineato la storica pedagogista.

Piano formazione docenti: nove le priorità secondo il Ministero dell'Istruzione

Non sono mancate le critiche anche per quanto riguarda il tempo che ciascun docente dovrà dedicare alla propria formazione. L'ex sottosegretario Marco Rossi Doria ritiene che, per la formazione dei docenti, basterebbe che si utilizzassero le due ore della programmazione.

'Non c'è formazione migliore che riflettere sul proprio lavoro' - ha sottolineato l'ex sottosegretario al Miur nel governo Monti, sottolineando come i docenti senior potrebbero facilitare il lavoro di gruppo, proponendo delle riflessioni sui risultati d'apprendimento e su quelle relazionali.Tra l'altro, le priorità fissate dal Ministero dell'Istruzione derivano anche dall'esame dei dati provenienti dai 25mila neoimmessi in ruolo nell'anno scolastico 2014/2015: da questi dati è emerso che la formazione degli insegnanti andrebbe soprattutto potenziata sulle competenze legate al lavoro di gruppo, alle tecnologie da adoperare nelle attività didattiche e al coinvolgimento degli studenti.