Per le associazioni nazionali del commercialisti lo sciopero annunciato il 14 dicembre rappresenta la prima manifestazione di protesta contro tutta una serie di misure che nel corso di questi anni hanno comprato un aggravamento di costi a danno della categoria e dei privati cittadini. Tale iniziativa è anche espressione di un malcontento contro la riforma fiscale che il governo sta mettendo in atto con la legge di Bilancio e il decreto fiscale n.193/16. Per i commercialisti si tratterebbe in realtà di misure che invece di semplificare, complicano la vita a tutti gli economisti iscritti all’ordine.

Tale messaggio infatti è stato sottolineato anche dalle sette sigle sindacali (Adc,Anc,Aidc, Andoc,,Ungdcec, Unagraco, Unico) in una lettera aperta a tutti gli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili

Data dello sciopero: 14 dicembre 2016 e motivazioni

Com’è facile immaginare, la contestazione riguarda quindi tutti quei provvedimenti bollati come complicazioni e quindi non solo quelli del recente decreto 193/2016. Ne consegue dunque una profonda delusione della categoria nei confronti di misure che, non solo disattendono le continue promesse di una vera semplificazione, ma che paradossalmente contribuiscono a complicare di molto il funzionamento del sistema fiscale italiano.

Tutto ciò in violazione del rispetto dei diritti del contribuente, e del lavoro svolto dai professionisti economici ogni giorno. Dall’introduzione della telematica, infatti ogni anno è stato un susseguirsi di “semplificazioni” solo però per l’Agenzia delle Entrate. Amministrare un piccolo studio è infatti diventato quasi impossibile.

Questo perché c’è tutta la gestione di adempimenti telematici che richiedono l’utilizzo di una società di servizi esterna o una persona dedicata. Ne consegue quindi molto spesso un aggravio di costi ai clienti.

I sindacati prevedono infatti che se il nuovo decreto fiscale diventasse operativo tali nuovi adempimenti fiscali (come il nuovo spesometro, la nuova liquidazione periodica dei dati Iva e la comunicazione semestrale dell’Iva ) rischierebbero di ingolfare ancora di più la macchina dei controlli dell’Agenzia fiscale, causando altresi’ un aggravamento sui conti ( in termini di incremento dei costi) e sul già fitto calendario di commercianti e imprese.

Tutti i contribuenti titolari di partita Iva sarebbero inoltre portati a sborsare più soldi. Come non ricordare infatti che con l’F24 telematico a saldo zero, se prima il cliente era abituato ad andare in banca e a non spendere nulla, ora invece per questo servizio riceve un addebito dallo studio. Lo sciopero dei commercialisti del 14 dicembre 2016, è quindi teso a criticare tali strumenti che di certo non stimolano l’adempimento degli obblighi tributari e il rafforzamento della collaborazione tra i contribuenti e l’Amministrazione finanziaria