Il sindacato Anief e il sito specializzato Orizzonte Scuola ha dato notizia dell'accoglimento di uno dei ricorsi pilota presentati al Tribunale di Siena per il riconoscimento dei diritti spettanti ai diplomati magistrali. In particolare, il ricorso è quello relativo ad un'insegnante che si è vista riconoscere il proprio diritto a partecipare al piano di immissioni in ruolo straordinario della Buona Scuola e alla sua assunzione a far data dal 1° settembre 2015.

Ultime news scuola, 22 novembre: diplomati magistrali andavano assunti col piano assunzionale Buona Scuola

Il Ministero dell'Istruzione, dunque, viene clamorosamente sconfitto, ancora una volta, in Tribunale, per quanto riguarda l'annosa questione relativa ai diplomati magistrali: nulla è valsa la difesa portata avanti dai legali Miur di fronte alle ragioni esposte dagli avvocati Walter Miceli, Fabio Ganci, Tiziana Sponga e Simona Fabbrini. Il dicastero di Viale Trastevere ha dovuto incassare una cocente sconfitta che, tra l'altro, ha comportato il risarcimento delle spese di giudizio ammontanti a quasi 5000 euro.

In buona sostanza, il Tribunale della città toscana ha evidenziato l'illegittimità dell'operato del Miur e delle sue diramazioni periferiche provinciali che non hanno provveduto ad eseguire le ordinanze giudiziali: in questo modo, non si è permesso ai docenti che avrebbero potuto beneficiare di tale diritto, di poter partecipare al piano assunzionale straordinario indetto dalla Buona Scuola, vista la loro impossibilità a poter, anche solo, compilare la propria iscrizione online.

Miur sconfitto da una docente precaria storica: le spettava l'assunzione

L'accoglimento del ricorso, poi, acquista ancor più valore se teniamo presente che l'insegnante ricorrente è una precaria storica che, in virtù dell'altissimo punteggio, avrebbe potuto tranquillamente aspirare all'assunzione a tempo indeterminato in tutte le province che sono state prese in considerazione nel suddetto ricorso.

Naturalmente, il sindacato Anief ha accolto con grande soddisfazione il risultato della sentenza: un nuovo successo a tutela dei diritti dei lavoratori della scuola che, nonostante le ingiustizie perpetrate dallo Stato, continuano con grande dignità a tenere alto il valore della scuola pubblica italiana.