La riforma Pensioni targata Renzi-Poletti non convince la Cgil che comunque, nelle scorse settimane, seppur tra gli opportuni distinguo, ha sottoscritto il verbale d'intesa tra governo e sindacati sul capitolo dedicato alla previdenza nella legge di Bilancio 2017 adesso al vaglio della commissione Bilancio della Camera. Quello della riforma pensioni è certamente "un tema delicato per il quale il Governo ha proposto l'Ape, un provvedimento - ha detto il leder della Cgil al Forum "Viva l'Italia" dell'Agi trasmesso in diretta Facebook - che non ci piace".
Una misura, quella dell'Anticipo pensionistico volontario, che sembra poco appetibile per i lavoratori che aspettavano nuovi elementi di flessibilità dopo il drastico innalzamento dell'età pensionabile introdotto dalla legge Fornero che in questi hanno ha provocato anche la chiusura del mercato del lavoro ai giovani.
Pensioni, la Cgil: l'Ape strumento che non ci piace
Intanto, alla luce dei dati di un sondaggio, Progressi ha lanciato oggi una nuova petizione online per chiedere al Governo Renzi di eliminare la formula dell'Anticipo pensionistico col prestito ventennale e di introdurre invece la soluzione Quota 41 per tutti i lavoratori. "La maggior parte di noi, il 78 per cento, non è soddisfatta - ha spiegato il presidente dei Progressi Vittorio Longhi - dell'accordo tra governo e sindacati".
Secondo l'organizzazione italiana no-profit vicina alla minoranza del Pd "gli interventi di flessibilità in uscita previsti dalla legge di Bilancio - ha evidenziato Longhi in una nota - sono ancora lontani da quello che ci aspettavamo".
Progressi lancia nuova proposta: Quota 41 per tutti
E' possibile vedere i risultati completi del sondaggio di gradimento sulla riforma pensioni sulla pagina web progressi.org/sondaggio_pensioni.
Sul sito è anche possibile firmare direttamente online l'e-mail da inviare al premier e al leader del Pd Matteo Renzi per chiedere in sintesi: "Niente APE e Quota 41 per tutti!", così come recita il titolo della lettera pubblicata sul sito di Progressi che aveva già consegnato al Governo Renzi più di 50mila firma raccolte a sostegno del ddl a prima firma di Cesare Damiano sulla pensione anticipata a 62 anni con 35 anni di contributi e penalità decrescenti e sulla Quota 41 per i lavoratori precoci che adesso si propone di estendere a tutti al posto dell'Ape. Un capitolo ancora tutt'altro che chiuso quello della riforma pensioni nonostante il dibattito politco, economico e sindacale sulla questione sia aperto ormai da tempo..