Prima della fine dell’anno solare, come di consueto, il Governo approva il cosiddetto decreto milleproroghe. Il nome dell’atto deriva dal gergo politico-giornalistico e rende l’idea di cosa rappresenta questo importante atto di Governo. In parole povere, questo è il decreto che consente all'Esecutivo di prorogare e sistemare alcune urgenze. Ipotizzare modifiche e correttivi al recente pacchetto Pensioni approvato con la legge di Stabilità, non è del tutto campato in aria. Ecco cosa potrebbe accadere e quali sono alcuni punti che qualcuno vorrebbe fossero corretti.

Il decreto di fine anno

In linea di massima, questo decreto, come di consueto, sposta in avanti nel tempo, alcuni provvedimenti che al Governo preme vengano approvati entro la fine dell’anno nel decreto Milleproroghe, che probabilmente sarà approvato giovedì 29 dicembre, come da calendario dei lavori. Alcuni punti del decreto sono già certi, come la trasformazione in SPA di tutte le Banche Popolari e la semplificazione della contabilità delle imprese con IRES ed IRAP che vanno riallineate alle novità dei principi contabili, sicuramente molto attesi. Inoltre, sembra certa la proroga dei contratti di collaborazione continuativa o di quelli a tempo determinato nelle Pubbliche Amministrazioni. Va corretto il nuovo calendario degli adempimenti IVA per le imprese che dopo il decreto Fiscale sono diventati otto all’anno, un numero che per molte imprese è insostenibile.

Quasi mai il Milleproroghe mette le mani su misure previste nelle manovre finanziarie licenziate pochi giorni prima. Quest’anno però le cose potrebbero cambiare perché la legge di Bilancio è stata approvata in fretta e furia ed il Senato non ha cambiato una virgola di quanto precedentemente approvato alla Camera. Ecco perché anche le pensioni per il 2017 potrebbero subire novità importanti.

Il dopo Renzi

La caduta improvvisa del Governo, con le dimissioni del premier Matteo Renzi all’indomani della secca sconfitta referendaria del suo “SI” alla riforma Costituzionale, ha di fatto accelerato i tempi di approvazione della manovra Finanziaria. La legge di Bilancio è arrivata in Senato a testo bloccato, perché c’era da fare i conti con l’organizzazione del nuovo Esecutivo.

Molte proposte erano già pronte per correggere i contenuti del pacchetto pensioni e non si è avuto il tempo di analizzarle in Senato. Ecco perché, presumibilmente, giovedì il Milleproroghe affronterà temi previdenziali. Il Gruppo del PD, probabilmente, tornerà a spingere affinché per l’APE sociale vengano fatti valere anche i contributi figurativi. In pratica, c’è da cancellare il veto ad utilizzare i contributi per maternità extra lavoro dipendente, quelli da riscatto o per il servizio militare, per raggiungere i 30 o 36 anni di contributi necessari per l’APE sociale a disoccupati, disabili o impegnati in lavori gravosi.

Sempre dai Dem sarà chiesto che il cumulo gratuito venga esteso anche alle donne che intendono avvalersi della facoltà concessa da opzione donna che la manovra finanziaria ha appena esteso alle donne che hanno compiuto 57 anni e 7 mesi entro lo scorso 31 luglio.

Sempre in tema di opzione donna, da Movimento 5 Stelle e Lega ci si aspetta che venga riproposta l’estensione a tutto il 2018 dello scivolo per le lavoratrici dipendenti. Sempre dalle opposizioni probabile la ripresentazione delle prerogative di quota 96 nella scuola. Difficile invece che si ripresentino alla cassa quelli che chiedevano quota 41 per tutti ed altrettanto difficile che si possano ritoccare i requisiti di accesso all’APE, soprattutto quelli contributivi per la versione sociale, cioè 30 e 36 anni.