La Buona Scuola inciampa su due dei fiori all'occhiello della legge 107 di riforma del sistema scolastico. Mentre si attendono ancora novità sull'approvazione delle nove deleghe, la Buona Scuola passa al vaglio della Consulta su quattro punti fondamentali. Il responso finale dei giudici è di due punti approvati e due respinti. Si tratta delle questioni afferenti l'edilizia scolastica, i servizi all'infanzia, gli ambiti territoriali e il bonus premiale.
Un articolo pubblicato da Il Sole 24 Ore riporta dell'approvazione solo degli ultimi due punti, mentre per gli altri due la Consulta dà un parere di illegittimità. La sentenza in questione è giunta a conoscenza solamente nella giornata di ieri.
Illegittimità dei commi 153 e 181
Erano state le Regioni Veneto e Puglia a presentare ricorso su questi due commi: il 153 relativo alle scuole innovative e il 181 circa i servizi per l'infanzia. Per l'edilizia scolastica non era stato previsto che il relativo decreto del Miur fosse adottato dopo aver sentito la Conferenza unificata. L'illegittimità del comma 181 è stata decretata in ragione del fatto che debba essere la regione a individuare gli standard organizzativi, strutturali e qualitativi per i servizi degli asili.
Da questi due punti occorrerà ripartire per rimettere in sesto la normativa.
Questioni infondate
Il verdetto dei giudici della Consulta riguardo due tra i punti maggiormente contestati della legge 107, ossia il bonus premiale e gli ambiti territoriali, è stato di segno opposto. Parliamo cioè dei poteri del dirigente scolastico, dell'offerta formativa dei percorsi di formazione e istruzione professionale e dell'ampiezza degli ambiti territoriali all'interno dei quali assegnare i docenti. I ricorsi promossi da altre regioni su questi commi ( il 66, il 74 e il 126) sono stati dunque respinti perché giudicati infondati.
Correttivi necessari
Questa è una sentenza di illegittimità parziale che sarà destinata ad essere molto discussa nei giorni a venire per determinare i correttivi necessari se non, addirittura, a formulare una nuova legge magari con un prossimo governo.