La naspi (nuovo ammortizzatore sociale per l'impiego) da tempo è divenuto l'unico assegno a sostegno del reddito per coloro che perdono il loro lavoro per giusta causa o per fine rapporto di lavoro. Esso consiste in un assegno a cadenza mensile pari al 75 % di ciò che veniva percepito durante il periodo lavorativo con tetto massimo i 1300€ (questa somma non può essere superata). La durata del sussidio invece è pari alla metà dei giorni in cui si è prestato servizio presso un azienda.
Al termine di essa, è possibile richiedere un ulteriore domanda per avere un altro tipo di sussidio (l'Asdi), che dovrebbe tutelare il disoccupato per un ulteriore lasso di tempo, in attesa che la persona trovi un altro lavoro.
Purtroppo, stando ai requisiti per ottenere questo ultimo sussidio si nota un incongruenza che rende minima la categoria di persone che potranno usufruire di questo assegno. Di seguito riporteremo i requisiti per provare a richiederla.
Naspi e Asdi: requisiti per ottenere i sussidi.
Come accennato prima per ottenere la Naspi si deve effettuare la domanda di richiesta a fine rapporto lavorativo e aspettare che l'Inps calcoli se si hanno i requisiti e l'importo e durata del sussidio.
Per l'Asdi invece la situazione è un po' più diversa, e i criteri per richiederla portano al minimo il target di coloro che ne possono usufruire.
- Si deve essere ancora sotto stato di disoccupazione al termine del percepimento della Naspi.
- Avere sottoscritto il Patto di Servizio presso il centro per l'impiego della propria città di appartenenza.
- Avere nel proprio stato di famiglia un minorenne.
- Potere dichiarare nel proprio foglio Isee un reddito annuale pari o inferiore a 5000€.
Proprio quest'ultimo punto è quello che lascia l'amaro in bocca, perché, se può essere tollerabile tutelare le famiglie che hanno un minore al proprio interno, e inaccettabile che per potere richiedere l'Asdi si debba avere un reddito inferiore a 5000€, una cifra irrisoria, che la gran parte dei lavoratori riesce a percepire.
Questo purtroppo è l'ennesimo paradosso che attanaglia il popolo italiano e l'Inps, lasciando i cittadini meno tutelati rispetto a coloro che fanno parte degli altri paesi della comunità europea.