Un interessante articolo uscito in queste ore sulla nota testata giornalistica ItaliaOggi ripercorre le tappe delle varie riforme scolastiche che si sono succedute nella lunga storia italiana, dal dopoguerra fino ai nostri giorni. Roberto Giardina, l’autore dell’articolo in oggetto, rammenta con lucidità come il sistema valutativo sia cambiato, con il cambiare della società. Giardina, tra le sue considerazioni, racconta come in Italia la tendenza sia stata quella di rendere sempre più facile tutto, persino un esame di Stato. In Germania – sostiene il giornalista – tutto quello che avviene in Italia non si potrà mai verificare.
Perché? L’Abitur, cioè la maturità tedesca, viene superata dagli studenti dell’ultimo anno senza nessun esame, nonostante sia un titolo a cui gli stessi danno particolare importanza.
Le differenze tra il sistema scolastico tedesco e quello italiano: i Lander e i sistemi ferrei di valutazione tedeschi
In Germania, i Lander corrispondono, pressappoco, ai nostri USR e ognuno di questi possiede un sistema scolastico autonomo e differente dagli altri. Per esempio, nella città di Berlino durante l’ultimo anno scolastico non si sostiene nessun esame finale. In primavera, tra il mese di aprile e quello di maggio, gli studenti si sottopongono a tre esami scritti di quattro ore ciascuno, nelle seguenti discipline: tedesco, matematica e una lingua straniera.
Il giudizio complessivo di ciascuno di loro sarà determinato dal rendimento globale riferito a tutto il percorso scolastico del liceo.
Anche la Germania vuole di fatto cambiare il suo sistema scolastico ma, non certo per rendere più facile la promozione degli studenti. Al contrario, come la logica imporrebbe, per rendere ancora più difficile e selettivo il sistema di valutazione relativo alla maturità degli studenti tedeschi.
I bavaresi, da questo punto di vista, sono molto inflessibili ed esigenti, tanto che gli studenti di Monaco e di Stoccarda che hanno raggiunto la maturità sono coloro, poi, che si distinguono più di tutti tra i banchi universitari. Eccellenti studenti, proprio per la estreme difficoltà affrontate durante il loro percorso scolastico precedente.
Si risolverebbe il problema del ‘numero chiuso’ per accedere alle facoltà universitarie
Tali modalità selettive che gli studenti affrontano durante gli anni della Scuola superiore, evitano, nel concreto, le inutili procedure di selezione per l’accesso alle facoltà universitarie, così come avviene in Italia con la fastidiosa tematica del ‘numero chiuso’ (un vero e proprio business per gli enti di formazione che preparano gli studenti). Addirittura, il voto finale dell’Abitur, calcolato sulla base della media dei voti degli anni del liceo (dall’1 al 6 dove quest’ultimo equivale alla bocciatura) fornisce, senza possibili rivendicazioni, la possibilità o meno di accedere ai corsi universitari. Un voto pari al 3 corrisponde alla sufficienza, ma la stessa valutazione risulterebbe carente per frequentare una facoltà scientifica.
Si pensi che per entrare in Medicina lo studente, durante gli anni liceali, dovrebbe riportare la valutazione pari a 1, cioè al massimo dei voti.
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