Si attende ancora il decreto attuativo sull'anticipo pensionistico ipotizzato dall' ex Premier Matteo Renzi visto che, presenta non pochi dubbi e perplessità fra migliaia di lavoratori che si appresteranno ad utilizzare la misura per garantirsi un futuro previdenziale.

Come già tanti sanno, l'Ape introdotto con la Legge di Stabilità 2017 ha sollevato molte polemiche riguardo alla parzialità della norma che abbraccerebbe solo una platea ristretta di beneficiari. Il beneficio, tuttavia, si articola in diverse modalità che potranno essere scelte dai lavoratori sulla base dei requisiti maturati e delle esigenze.

L'Ape agevolata, l'Ape volontaria, l'Ape Sociale; sono queste le principali modalità di accesso alla misura utili per collocare a riposo migliaia di lavoratori ma nello stesso tempo parziali e con numerosi aspetti ancora da chiarire.

Ape: da chiarire molti punti oscuri

E' questo il motivo per il quale si attende il decreto attuativo su cui sta lavorando il Governo Gentiloni volto non solo a dare attuazione alle misure inserite inserite nella Legge di Stabilità ma anche a dare gli ulteriori chiarimenti. Molti, per esempio, sanno che per assicurarsi l'Ape occorreranno almeno 63 anni e 7 mesi di età e 20 anni di contributi a condizione che il lavoratore maturi una pensione pari a 1,4 volte il minimo Inps.

Tale prestazione viene erogato sotto forma di prestito con l'ausilio di banche e istituti di assicurazione da restituire in vent'anni anche se ancora non appaiono chiari le modalità di erogazione del prestito e il costo del finanziamento. Servirà, infatti, un decreto attuativo per chiarire l'accordo-quadro fra il Mef e l'Abi-Ania che dovrebbe essere pronto entro la metà di febbraio.

Circa 70 miliardi di euro per finanziare l'Ape

La Legge di Bilancio, avrebbe poi prestito l'istituzione del Fondo di garanzia di accesso all'Ape garantendo risparmi di circa 70 miliardi di euro, forse reperite dal Fondo di garanzia per i finanziamenti alle imprese con più di 50 dipendenti. Cosa che, in caso di uscita anticipata dei lavoratori potrebbe comportare un decremento del gettito fiscale che, aggiunto al credito d'imposta pari al 50% derivante dai premi assicurativi stabiliti in base ai contratti di lavoro potrebbe comportare l'aumento della spesa pubblica.

L'Ape Sociale, invece, a differenza delle altre modalità ha carattere assistenziale volto a garantire un reddito alle categorie più svantaggiate (circa 34 mila persone nel 2017). Lo Stato, avrebbe stanziato circa 300 milioni di euro per il 2017. Risorse che potrebbero non bastare e che, addirittura potrebbe portare molti soggetti all'utilizzo della misura di salvaguardia rischiando così di aumentare ancora di più la spesa pensionistica. Sono questi gli aspetti principali che il Governo sarà chiamato a chiarire anche con i decreti attuativi che dovranno essere approvati entro il 2 marzo 2017.