Terminato il confronto tra Miur e sindacati, la prima bozza di accordo sul nuovo contratto integrativo mobilità docenti 2017/2018 verrà discussa martedì prossimo 24 gennaio. Uno dei punti più critici riguarda l'assegnazione dei docenti titolari sugli ambiti alle singole scuole, vale a dire la cosiddetta chiamata diretta dei dirigenti scolastici.

Ultime news scuola, venerdì 20 gennaio 2017: mobilità docenti e chiamata diretta, ANP protesta

Uno degli elementi cardine della legge 107, infatti, rischia di essere fortemente ridimensionato dall'intesa raggiunta a Viale Trastevere ed è proprio per questo motivo che l'ANP (Associazione Nazionale Presidi) ha deciso di scendere sul piede di guerra per rivendicare l'efficacia degli strumenti a disposizione dei dirigenti scolastici.

ANP ha pubblicato un comunicato attraverso il quale si sottolinea come i termini dell'accordo politico dello scorso 29 dicembre pregiudicheranno, inevitabilmente, anche la procedura riguardante la valutazione dei presidi.

Il ragionamento di ANP appare chiaro: come sarà possibile valutare l'efficienza dell'operato dei presidi se ai presidi stessi verranno sottratti gli 'strumenti' necessari per poter gestire il personale docente?

Mobilità, ANP a ministro Fedeli: 'Se salta chiamata diretta, No alla valutazione dei presidi'

Da qui parte l'appello lanciato al ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, un appello che presenta tutti i connotati di un ultimatum: se firmerete quel contratto mobilità che, secondo l'ANP, riduce in maniera considerevole il potere decisionale di ogni singolo dirigente, è chiaro che quel dirigente non prenderà in considerazione la possibilità di poter essere valutato su ciò di cui non può disporre.

Nuove 'grane' in vista, dunque, per Valeria Fedeli ed è facile ipotizzare che le prossime settimane saranno particolarmente difficili per il neoministro, chiamato a sciogliere un intricato nodo che, manco a dirlo, trae le sue origini dalla contrastata legge 107. Un altro pesante fardello ereditato dal governo Renzi che, purtroppo, continua a gravare come un macigno sulla Scuola pubblica italiana.