Novità di oggi, 1° febbraio, sulle Pensioni anticipate Ape e sul rinnovo dei contratti degli statali nel 2017: il Governo Gentiloni starebbe pensando ad un rinvio per far quadrare i conti pubblici. Infatti, l'ipotesi che la Comunità europea possa procedere con l'infrazione a carico del Governo italiano e la necessità del rientro dei tre miliardi e quattrocento milioni di euro potrebbero portare Gentiloni a tagliare alcune misure contenute nella legge di Bilancio 2017. Prima tra tutte, la pensione anticipata con anticipo pensionistico ideata nello scorso anno da Matteo Renzi, ma anche i fondi per gli aumenti degli stipendi degli statali sono a rischio.

Pensioni anticipate 2017 con anticipo pensionistico Ape: rinvio al 1° novembre 2017?

La notizia è stata anticipata nell'edizione odierna da Italia Oggi: sull'ipotesi di rinviare, di sei mesi, la decorrenza della pensione anticipata Ape (pertanto, dal 1° maggio al 1° novembre 2017) se ne saprà di più proprio nella giornata di oggi, quanto il Governo Gentiloni avrà fatto recapitare alla Comunità europea la lettera in risposta alla situazione dei conti pubblici italiani. L'anticipo pensionistico Ape (cinquecento milioni la spesa complessiva nel Bilancio 2017) è la misura maggiormente indiziata di rinvio, anche se si tratterebbe di un clamoroso passo indietro rispetto alle misure ideate per contrastare gli effetti negativi della riforma Fornero sui contribuenti italiani.

Su questa ipotesi è intervenuto pesantemente anche il Presidente della Commissione lavoro di Montecitorio, Cesare Damiano che ha messo in guardia il Governo delle pesanti ripercussioni che avrebbe il rinvio dell'anticipo pensionistico. Si metterebbe a rischio anche il lavoro di intesa che il Governo ha sottoscritto con i sindacati.

Contratti statali 2017, novità oggi 1° febbraio: rinvio degli aumenti di 85 euro?

In ballo ci sono anche gli aumenti medi di 85 euro al mese promessi dall'ex Governo Renzi ai dipendenti statali con l'accordo sottoscritto dal ministro Marianna Madia e le sigle sindacali a fine novembre scorso. Proprio in piena negoziazione dei sindacati e Governo per la riforma della Pubblica Amministrazione e per assicurare detti aumenti degli stipendi, il possibile rinvio, dopo otto anni di blocco del contratto, rappresenterebbe un clamoroso dietrofront rispetto all'adeguamento delle retribuzioni.