Sono ore molto importanti per i lavoratori del Pubblico Impiego. Per metà febbraio dovrebbero uscire i decreti attuativi della riforma Madia che rivoluzionerà drasticamente la Pubblica Amministrazione. Da giorni non si fa altro che parlare del decalogo dei comportamenti che possono portare al licenziamento dei lavoratori statali. Per la Uil, da registrare una ferma e dura presa di posizione del suo Segretario Confederale, Antonio Foccillo che sul sito ufficiale dell’Unione Italiana del Lavoro, ha pubblicato lo scorso 8 febbraio, un comunicato che contesta la piega che sta prendendo la riforma, presentando un proprio decalogo sulle cose da fare, a partire da quel sacrosanto rinnovo del contratto che da mesi è appeso e fermo al palo.

Basta gogna mediatica e vessazioni

Secondo Foccillo, ad oggi si continua a mettere sulla graticola la categoria dei lavoratori pubblici ed il decalogo di fresca pubblicazione e che dovrebbe confluire nel Testo Unico del Pubblico Impiego e che mira a inasprire le sanzioni per i lavoratori, ne è la prova inconfutabile. L’elenco dei comportamenti da non attuare per evitare di essere licenziati, tra l’altro con una procedura velocizzata, servirà sicuramente a combattere i fenomeni poco gratificanti dei furbetti del cartellino o dei fine settimana allungati, ma significa anche inasprire la vita ed i rischi per molti di quei lavoratori che a novembre, nell’intesa tra Governo e sindacati, furono definiti il motore della Pubblica Amministrazione.

La UIL ricorda come le regole per punire i trasgressori e quelli che anche i lavoratori onesti considerano come non colleghi, esistano già ma non vengono applicate. Anziché continuare con questo incessante tiro al bersaglio, sarebbe opportuno iniziare ad applicare queste regole e magari iniziare a sanzionare chi è addetto a far rispettare queste regole e ad attuare controlli che evidentemente non scattano.

Il decalogo del sindacato

Come dicevamo, la UIL risponde al decalogo del Ministero, con un altro, volto a salvaguardare diritti dei lavoratori ed a correggere la struttura del lavoro nelle Pubbliche Amministrazioni. Ricordando che i lavoratori pubblici offrono grandi servizi alla collettività, sia negli uffici che sul campo, come dimostrato negli ultimi avvenimenti catastrofici dell’Italia Centrale, la UIL ha predisposto il suo vademecum:

  • immediato avvio del tavolo di trattativa Aran-sindacati con l’obbiettivo di rinnovare finalmente il contratto come sancito dalla Consulta
  • riequilibrare il rapporto tra contratto e legge, con il primo che deve assumere maggiore rilevanza
  • sbloccare finalmente la contrattazione di secondo livello
  • prevedere un unico centro di acquisto regionale
  • riordinare le province, le città metropolitane e le Camere di Commercio dal punto di vista istituzionale
  • stop alle consulenze esterne per dare maggior valore alle competenze già in organico come dipendenti
  • incentivare e perfezionare i meccanismi della mobilità interna
  • maggior sostegno alla scuola pubblica e riduzione dei finanziamenti per quelle private
  • maggiore autonomia scolastica per chi insegna come sancito dalla costituzione
  • ridurre il precariato nelle PA, con la stabilizzazione lavorativa dei precari già in organico da anni.