È atteso per domani 20 marzo 2017 il nuovo confronto tecnico tra il Governo ed i sindacati riunitisi nella piattaforma unitaria (Cgil - Cisl - Uil), in merito alle misure di flessibilità previdenziale inserite in Legge di Bilancio 2017. L'attesa si concentra in particolar modo sui decreti attuativi previsti in arrivo fin dall'inizio del mese e sui quali mancano ancora conferme. D'altra parte, il loro contenuto dovrebbe approfondire e sancire definitivamente il perimetro di ingresso o di esclusione dei lavoratori che vivono situazioni di disagio sulla base delle nuove tutele di legge.
Il protrarsi dei tempi sarebbe dovuto proprio alla necessità di far quadrare il cerchio tra le risorse disponibili e le richieste di allargamento della platea avanzate da lavoratori e parti sociali, mentre le indiscrezioni in arrivo dal Governo parlano di una sorta di graduatoria d'accesso basata sullo stato di bisogno del singolo.
Pensioni flessibili: attesa su APE e quota 41 per lavoratori precoci
Tra i principali nodi da sciogliere vi sono proprio i criteri di accesso all'anticipo pensionistico (APE) ed alla quota 41 per i lavoratori precoci. Alle soglie di aprile i tempi restano comunque stretti, anche considerando che la data di avvio dell'anticipo è stata fissata dallo stesso Governo al prossimo 1° di maggio.
Tanto che gli stessi sindacati esprimono le proprie perplessità in merito. "Siamo preoccupati per il ritardo dei decreti, visto che la finestra pensionistica è prevista a maggio", aveva sottolineato ai primi giorni del mese Nicola Marongiu della Cgil, evidenziando però anche i passi avanti compiuti nel confronto rispetto al passato.
Il Governo studia un ordine di priorità nell'accesso all'APE
Dall'altra parte della barricata, le ultime indiscrezioni di stampa hanno portato all'attenzione del largo pubblico la possibilità di un nuovo meccanismo di selezione delle domande di pensionamento, che dovrebbe prevedere l'accesso prioritario ai disoccupati e solo in un secondo momento ai lavoratori disabili ed a coloro che hanno persone a carico.
Anche questo tema sarebbe al centro del confronto di domani con i sindacati, mentre l'esecutivo si trova a ragionare sui 300 milioni di euro stanziati per il 2017 e sulla previsione di almeno 35mila domande di tutela. Coperture che potrebbero rivelarsi "al ribasso" rispetto alle esigenze, rendendo i fondi insufficienti sul numero delle possibili domande di accesso tutelato alla quiescenza. Non a caso si è tornati a parlare di graduatorie, scaglioni, finestre. Per capire come andrà davvero a finire, non resta che attendere l'incontro di domani, sul quale restano puntati gli occhi dei lavoratori.
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