Gli insegnanti riposano troppo. Oppure no? Questa la credenza popolare rilanciata recentemente anche dal leader della Lega, Matteo Salvini. Eppure, anche in vacanza, molti insegnanti lavorano lo stesso: basti pensare ai compiti da correggere, al registro da aggiornare, alle lezioni da preparare. Specie durante le vacanze natalizie o pasquali il risultato è che, pur essendo in vacanza, non si stacca mai del tutto la spina.

Le conseguenze però non sono affatto da sottovalutare: gli insegnanti infatti sono, per la natura del loro lavoro, tra le categorie più esposte alla cosiddetta sindrome da esaurimento o da burnout.

L’importanza di staccare totalmente la spina

Come evidenziato anche nel corso dell’ultimo convegno Cisl Emilia Romagna la relazione tra burnout e insegnamento è un problema che desta sempre maggiore preoccupazione. In Italia tuttavia questa problematica è stata deliberatamente ignorata e gli ultimi studi scientifici che hanno indagato il fenomeno risalgono al lontano 2004 così che per poter capire la dinamica e l’incidenza del fenomeno per poter elaborare delle misure preventive siamo costretti ad affidarci agli studi svolti all’estero.

Uno dei più significativi è quello svolto dalla City University di Londra in cui i ricercatori hanno esaminato un momento delicato della vita degli insegnanti: le vacanze. Dai risultati è emerso che chi durante le vacanze aveva continuato a lavorare (seppur dedicandosi a piccole mansioni) affrontava il ritorno a Scuola con maggiore difficoltà rispetto ai colleghi che invece durante le feste avevano staccato completamente dal lavoro scolastico.

Riposo sì, ma la chiave è distrarsi

Un taglio netto dal lavoro insomma non solo permette di riposare meglio, ma anche di affrontare il rientro a scuola con maggiore energia e positività e soprattutto aiutare sensibilmente – come sottolineato da Paul Flaxman, un membro dell’equipe autrice dello studio – a prevenire il burnout.

Durante le vacanze insomma bisognerebbe astenersi dalle attività scolastiche ma, per avere un recupero ancora più efficace è importante soprattutto distrarsi. Uno studio olandese infatti ha dimostrato che dedicarsi ad attività come la lettura, lo sport, la cura di sé stessi, una gita fuori porta, tenersi impegnati su attività per cui solitamente non si ha tempo e coltivare i rapporti interpersonali aiutano notevolmente ad attenuare i livelli di stress e ad aumentare la sensazione di Benessere. Gli effetti di questo riposo “qualitativo” si protraggono anche per diverse settimane anche nel caso in cui la durata delle vacanze sia contenuta nell’arco di pochi giorni. Per combattere il burnout insomma la chiave sta nel riposo assoluto e soprattutto nel fornire alla nostra mente degli stimoli diversi da quelli a cui normalmente è abituata.