Fenomeno conosciuto in tempi recenti ma di antica diffusione la cosiddetta sindrome da burnout (o semplicemente burnout) diventa sempre di più oggi giorno una tematica centrale nei dibattiti che riguardano il sistema scolastico. Il fenomeno infatti sembrerebbe affliggere una classe di lavoratori più di tutti: quella degli insegnanti, con risvolti negativi che non sono limitati solo a chi ne soffre, ma si ripercuotono anche sugli stessi studenti. Le tensioni accumulate tra adempimenti burocratici, classi pollaio, alunni problematici e i rapporti con i loro genitori nevrotici e frustrati sono spesso causa di quello che in altri termini è definito “esaurimento da stress” e che colpisce di riflesso anche gli studenti.

Quei docenti “scoppiati”

Burnout significa bruciato, scoppiato, esaurito e descrive la condizione di chi per effetto di sovraccarico di lavoro, gratificazioni insufficienti, valori contrastanti, scarsa remunerazione e un difficile rapporto con l’utenza si ritrova in uno stato di cinismo, disinteresse, disaffezione e irritabilità fino a sfociare nei casi più gravi di depressione con tutto ciò che ne consegue. L’argomento è stato il tema centrale dell’ultimo convegno Cisl Emilia Romagna di marzo in cui si è parlato tra l'altro della proposta di sottoporre gli insegnanti ad una visita psicologica annuale. “Sempre più spesso ci vengono richieste di aiuto dai docenti, tant'è che spesso i sindacalisti si trovano ad essere anche un po' psicologi” ha spiegato Monica Barbolini, segretaria Cisl Scuola regionale, sottolineando l’estensione del fenomeno e la necessità di maggior prevenzione.

La prevenzione però deve passare per la ricerca che è ferma da un bel pezzo: i dati più recenti relativi al fenomeno risalgono infatti al 2004, era in cui il numero di attestazioni di non idoneità all'insegnamento per cause non può imputabili a motivazioni di carattere fisico raggiungeva già un’allarmante entità (circa l’85%).

La proposta delle visite psicologiche obbligatorie

Nonostante queste evidenze il fenomeno è stato invece bellamente ignorato e, secondo quanto si legge sul sito della Cisl Scuola la situazione negli ultimi anni potrebbe essere addirittura peggiorata inglobando nell’occhio del ciclone anche personale ATA e dirigenti, visto il “caos organizzativo” delle scuole, le pressioni delle famiglie e situazioni di disagio tra i ragazzi.

Oltre a ciò, il rapporto tra personale ed utenza è spesso fonte di ulteriore stress, causa che, Come ha sottolineato nel corso del convegno Maddalena Gissi, segretaria generale in Cisl Scuola, va a confluire in uno scenario che “ha visto in questi anni moltiplicarsi i fattori di complessità e di gravosità” per il personale docente. In quest’ottica torna utile la recente proposta di introdurre delle visite psicologiche obbligatorie per il personale scolastico: la proposta, com’è naturale, non ha suscitato subito grande simpatia ma, con il giusto inquadramento, potrebbe sia garantire alle famiglie che i propri figli siano al sicuro, sia potrebbe servire a monitorare i livelli di stress dei docenti ed eventualmente intervenire.