Lo avevamo anticipato ieri mattina e la previsione si è rivelata fondata: via libera con tanto di firma del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al decreto attuativo dell'Ape sociale. L'ok è arrivato proprio nella giornata di ieri, adesso il testo dovrà superare l'esame del Consiglio di Stato per poter poi approdare in Gazzetta Ufficiale. La discussione al Governo si è protratta per diverse settimane, facendo slittare sistematicamente gli appuntamenti annunciati di volta in volta dal Ministro Poletti. In base alle stime del Governo, la misura che potrà essere chiesta a partire dal 1° maggio 2017, potrebbe interessare circa 30mila - 35 mila lavoratori per l'anno in corso e un numero leggermente inferiore nel 2018.
E' stata anche introdotta la franchigia di 12 mesi che permette di spalmare su 7 anni il periodo di lavoro nelle mansioni gravose, così come è stata prevista una graduatoria a cui dovrà tenere fede l'Inps nel caso in cui le domande dovessero superare la somma complessiva di 300 milioni di euro messi a disposizione dal Governo per il 2017. Vediamo adesso nei dettagli chi può chiedere l'Ape social, a quali condizioni, a quanto ammonta e quando può essere chiesta.
Chi può chiedere l'Ape social: requisiti per ottenere la misura INPS
L'Ape social, a differenza dell'Ape volontaria, consiste in una misura erogata direttamente dall'Inps equivalente alla pensione certificata al momento della richiesta nel caso in cui sia inferiore a 1.500 euro lordi oppure direttamente pari a 1.500 euro lordi qualora la pensione futura fosse certificata in misura maggiore.
Le domande possono essere presentate, come anticipato nel paragrafo precedente, a partire dal 1° maggio 2017 e non oltre il 30 giugno 2017. Per il prossimo anno, invece, la finestra è aperta dal 1° gennaio al 30 marzo 2018. Si tratta, occorre ricordarlo, di una misura sperimentale che soltanto con la prossima Legge di Bilancio il Governo dedicherà se renderla o meno strutturale.
I lavoratori che possono beneficiare dell'Ape social sono quelli che rientrano nelle seguenti categorie:
- Aver compiuto almeno 63 anni di età
- Aver versato 30 anni di contributi se si risulta disoccupati, invalidi o si assistano parenti di primo grado con gravi disabilità
- Aver versato 36 anni di contributi nel caso di lavoratori impiegati in mansioni gravose, le cui categoria le vedremo nel paragrafo successivo
- Massimo 3 anni e 7 mesi prima che maturi la pensione di vecchiaia
- Lavoratori, autonomi o dipendenti, la cui capacità lavorativa è stata ridotta di almeno il 74% a causa di una riconosciuta invalidità civile
- Per i lavoratori impiegati nelle mansioni gravose da almeno 6 anni è stata prevista anche una franchigia di 12 mesi che consente di spalmare il periodo di lavoro a 7 anni nel caso in cui ci sia stata un'interruzione del rapporto per almeno 12 mesi.
La categorie di lavoratori che hanno diritto all'Ape social
La nuova Legge di Bilancio 2017 ha introdotto la versione 'sociale' dell'anticipo pensionistico.
Come detto la misura può essere riconosciuta anche ai lavoratori che, per almeno 6 anni, siano stati impiegati nelle mansioni gravose. Nei loro confronti è intervenuta anche la previsione di una franchigia 12 mesi i cui dettagli sono stati illustrati nel paragrafo precedente. Vediamo però nel dettaglio quali sono le 11 categorie di mansioni definite gravose. Si tratta, nello specifico, di:
- Personale addetto alla pulizia
- Facchini e chiunque sia addetto allo spostamento merci
- Operatori ecologici
- Assistente di persone con disabilità
- Conducenti ed autisti di mezzi pesanti
- Conduttori di convogli ferroviari ma anche il personale viaggiante è compreso nella categoria
- Conduttori di gru
- Infermieri che lavorano a turnazione presso gli ospedali. Nella categoria sono comprese anche le ostetriche
- Operai che lavorano nel campo dell'edilizia
- Conciatori
- Insegnanti della scuola dell'infanzia oppure educatori di asili nido