Si ha più certezza in merito al decollo dell'Ape Social, la misura chiave inserita nella Legge di Stabilità che prevede un sussidio fino ad un massimo di 1.500 euro alle categorie più svantaggiate fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia, ovvero, 66 anni e 7 mesi di età anagrafica.

Ape social, il decreto è stato firmato

Il decreto attuativo, infatti, ha ricevuto già il via libera da parte del Consiglio dei ministri. Ciò lascia intuire che l'intervento potrebbe partire il primo maggio. Un sospiro di sollievo per quella categoria di lavoratori che si ritrova in condizioni economiche disagiate, quali disoccupati, caregivers, invalidi e addetti a mansioni usuranti.

A preoccupare però, sono i ritardi negli altri decreti riguardanti l'Ape volontaria e il meccanismo di Quota 41 che, come afferma il quotidiano di Confindustria, potrebbero partire il 15 maggio. Cosa che non soddisfa affatto la maggioranza dei lavoratori che ormai da anni attendono il pensionamento e le varie forze politiche e sociali che continuano a premere sul Governo Gentiloni per il varo dei decreti attuativi. Stando ad alcune fonti, infatti, mancano ancora molti punti da chiarire riguardanti alcune precise regole sul pensionamento e l'avvio delle convenzioni con le banche e gli istituti di assicurazioni erogatrici del prestito. Fasi molto complesse che di sicuro hanno influito nel ritardo dei decreti.

L'Ape volontaria potrebbe partire il 15 maggio

Ad intervenire è il presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano soddisfatto del fatto che l'esecutivo sia riuscito a firmare in tempo il decreto sull'Ape Sociale, ma nello stesso tempo continua a pressare il Governo sugli altri Dpcm: "Ci auguriamo che tutto il pacchetto pensionistico, compreso il cumulo gratuito dei contributi e la pensione a 41 anni per i lavoratori precoci che svolgono lavori gravosi, trovi una piena e rapida attuazione", ha spiegato l'ex ministro del Lavoro.

Intanto, i lavoratori precoci continuano il pressing sui sindacati Cgil, Cisl e Uil affinché possano avanzare una nuova proposta per estendere il meccanismo di Quota 41 per tutti; argomento che potrebbe prendere piede a margine del prossimo confronto della Fase 2 con il Governo Gentiloni. Non è escluso, però, che l'argomento principale del confronto ancora aperto riguarda la pensione di cittadinanza per le giovani generazioni che oggi si trovano privi di occupazione e senza un futuro pensionistico.