"Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare. Abbiamo preparato tutto compresi gli applicativi e il simulatore ma fino a quando non ci saranno i decreti non possiamo operare". Lo ha detto il Presidente dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale Tito Boeri a margine del convegno organizzato da Obiettivo Italia svoltosi nei giorni scorsi con l'intento di discutere dell'ormai famigerato tema delle Pensioni.

L'Ape volontario potrebbe slittare

Il Governo Gentiloni temporeggia ancora sui decreti attuativi che dovrebbero dare attuazione alle norme previdenziali contenute nella nuova Legge di Bilancio.

Cosa che preoccupa le parti sociali e la maggior parte dei lavoratori che attendono con ansia il decollo dell'Ape nelle sue varie versioni e del meccanismo di Quota 41. Stando a quanto afferma l'agenzia di stampa AdnKronos, però, l'entrata in vigore definitiva dell'Ape volontario potrebbe subire uno slittamento rispetto all'attuale data prevista del primo maggio 2017.

A confermarlo è il consigliere economico Stefano Patriarca che durante il convegno "Tuttolavoro" avrebbe ribadito: "si sta ancora lavorando alla piattaforma informatica che dovrà gestire il tutto". Un'altra dura batosta per quei lavoratori che si accingono a presentare richiesta per l'Ape volontario, la misura che consentirebbe l'anticipo dell'uscita a partire dai 63 anni di età anagrafica con almeno 20 anni di contributi effettivamente versati attraverso il ricorso al sistema bancario.

Il lavoratore che si trova a non più di tre anni dal pensionamento di vecchiaia, infatti, potrà richiedere una sorta di prestito con l'ausilio degli istituti di credito da restituire in ventanni mendiante dei piccoli prelievi da effettuarsi nel momento in cui vengono raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia.

Leonardi: 'Il rinvio non supererà i 15 giorni'

Come evidenziato dallo stesso Patriarca, per il cosiddetto anticipo finanziario a garanzia pensionistica potrà essere richiesta una percentuale fra il 75 e il 90 % con un importo minimo di circa 150 euro. Ciò appare abbastanza chiaro anche se l'esecutivo tende a prendere tempo nonostante le preoccupazioni da parte dei sindacati e degli stessi lavoratori che attendono l'agognata pensione.

Ma non tarda ad arrivare l'intervento del consigliere economico di Palazzo Chigi Marco Leonardi che avrebbe rassicurato il fatto che, nonostante il ritardo dei decreti, lo slittamento della misura non supererà i 15 giorni dalla data del primo maggio.