Dal 2019 l'uscita da lavoro per i contribuenti italiani sarà ritardata di ulteriori quattro mesi, sfiorando, per la pensione di vecchiaia, i 67 anni di età. E lo stesso aumento vale anche per la pensione anticipata. Cambieranno, pertanto e nuovamente, i limiti di età per andare in pensione ancorati alla speranza di vita calcolata dall'Istat con gli indicatori anagrafici sulla popolazione post 65 anni. E, dato che la speranza di vita ha ricominciato a crescere (dopo un intervallo in decrescita), è presumibile che si allungherà la vita lavorativa dei contribuenti con conseguente allontanamento della pensione.

Le ultime previsioni dell'Istat, appena divulgate, mostrano, per l'appunto, la crescita dei valori demografici: scatterà lo scalino di quattro mesi, o forse addirittura di cinque informa Il Messaggero di oggi, sia per la pensione anticipata che per quella di vecchiaia.

Ultime novità pensione anticipata e di vecchiaia: dal 2019 uscita quattro mesi dopo sul 2017?

E lo scatto stimato, da verificare a consuntivo, ovvero un anno prima del 2019 quando ci sarà l'aumento, riguarderà tutti, dipendenti privati, statali e lavoratori autonomi che andranno in pensione di vecchiaia a 66 anni e undici mesi (o, forse, a 67 se l'aumento sarà di cinque mesi). In attesa del pareggio dell'uscita delle tre categorie che avverrà a partire dal 2018, ad oggi i dipendenti privati escono a 66 anni e sette mesi come gli statali, mentre le lavoratrici del pubblico impiego vanno in pensione a 65 anni e sette mesi (dai 62 del 2012 e 62 anni e tre mesi del 2013), prima degli autonomi la cui età per la pensione è fissata a 66 anni e un mese (dai 63 anni e sei mesi del 2012 e 63 anni e 9 mesi del 2013).

I dipendenti privati e gli uomini del pubblico impiego, invece, partivano dai 66 anni del 2012 per passare ai 66 anni e tre mesi del 2013.

Pensioni 2017 e uscita anticipata dal 2019: quanti anni di contributi occorreranno?

Oltre alla pensione di vecchiaia, gli aumenti dell'età lavorativa riguarderanno anche la pensione anticipata.

Dopo la riforma della legge Fornero di fine 2011, infatti, l'uscita anticipata è basata sul numero di anni di contributi versati. Nel 2012 gli uomini (senza distinzioni tra statali, privati e autonomi) uscivano a 42 anni e un mese e le donne un anno prima, a 41 anni e un mese. I successivi graduali aumenti (nel 2013, uomini a 42 anni e cinque mesi, le donne a 41,5) hanno portato ai requisiti attuali della pensione anticipata che vede l'uscita degli uomini a 42 anni e 10 mesi e le donne con possibilità di uscita anticipata con un anno in meno di contributi. Ma nel 2019, la pensione anticipata potrebbe arrivare a 43 anni e 2 mesi di versamenti per gli uomini e a 42 anni e due mesi per le donne.