Nessuna novità ancora arriva da Palazzo Chigi in merito ai decreti attuativi dell'Ape volontario per gli over 63 e per la Quota 41 per i lavoratori precoci (ma non per tutti), tra le misure previste nella prima fase di riforma Pensioni targata Renzi-Poletti inserita nella legge di Bilancio 2017. I sindacati sono infuriati e fanno sentire la loro voce.

Ape e Quota 41, Cgil: grave ritardo su decreti attuativi

"I ritardi nell'iter di approvazione dei decreti in materia di Ape sociale e lavoratori precoci - ha affermato in un comunicato stampa il segretario confederale della Cgil - sono ormai pesanti ed è opportuno - ha aggiunto Roberto Ghiselli - che il Governo fornisca al più presto alle organizzazioni sindacali dei chiarimenti".

Il sindacato rosso chiede in particolare un chiarimento "sui tempi - ha detto il segretario confederale della Cgil - e su come intende procedere dopo il parere del Consiglio di Stato". Come si ricorderà, il Consiglio di Stato, nei giorni scorsi, esaminando i testi dei decreti attuativi per Ape e precoci, "ha avanzato significative osservazioni", come ha sottolineato Ghiselli.

Pensioni, Fiom: sbagliata la riforma del Governo Renzi

Il Consiglio di Stato, infatti, alla luce dei ritardi per l'emanazione dei decreti che attuano la prima parte di riforma pensioni, ha precisato che comunque l'Ape volontario e la Quota 41 per una parte dei lavoratori precoci saranno retroattivi con entrata in vigore a partire dal 1° maggio 2017 come previsto dalla norma introdotta nella manovra economica e finanziaria per l'anno in corso.

Si fa sentire la voce anche del leader della Fiom Cgil Maurizio Landini, che da tempo chiede la riduzione dell'età pensionabile fissata dalla legge Fornero. Una modifica strutturale dell'attuale normativa previdenziale per inserire nuovi elementi di flessibilità in uscita capaci di favorire l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani.

"Noto che il Partito democratico - ha detto commentando i risultati delle primarie del Pd - ha perso un milione di consensi in tre anni. Il problema - ha aggiunto Landini - non è da chi sono formati i partiti, ma è - ha proseguito -cambiare le leggi sbagliate che hanno fatto. Non ho condiviso le politiche del Partito democratico - ha sottolineato il segretario generale della Fiom Cgil oggi a margine di un convegno a Reggio Emilia secondo quanto riporta l'Ansa - a partire dalla riforma delle pensioni, dal Jobs Act, fino alla pessima legge di riforma della scuola".