Dal 1° luglio 2017 il sussidio di disoccupazione Dis-Coll per i lavoratori co.co.co diventa permanente. E’ una delle novità più attese contenute nel cosiddetto Jobs Act degli autonomi approvato dal Senato e finanziato con cinquanta milioni di euro dall’ultima Legge di Stabilità.

Si tratta di un Ddl che delega il governo a legiferare su alcune misure di welfare riguardanti una platea di oltre 2,5 milioni di lavoratori autonomi, finora esclusi da molte delle protezioni sociali riconosciute ai lavoratori dipendenti su argomenti come la malattia, la maternità e, soprattutto, la disoccupazione.

Dis-Coll, la disoccupazione per gli autonomi dal 1° luglio 2017

I lavoratori con contratti di collaborazione coordinata continuativa (co.co.co) torneranno a poter contare, dal 1° luglio 2017, su un sussidio di disoccupazione che sarà esteso anche a collaboratori, assegnisti e dottorandi di ricerca. Le risorse per finanziare il sussidio saranno in parte reperite attraverso un aumento dello 0,51% dell’aliquota contributiva.

I dettagli sul funzionamento della Dis-Coll per i lavoratori autonomi dovranno comunque essere fissati da un successivo provvedimento del governo, delegato dal Ddl a legiferare sulle casse previdenziali private. Queste dovranno essere autorizzate ad erogare, dietro versamento di contributi, le nuove prestazioni sociali legate alla perdita del lavoro, alla malattia e alla maternità in favore dei lavoratori iscritti alla gestione separata INPS.

Malattia, maternità e formazione: le novità Jobs Act degli autonomi

Oltre alla stabilizzazione del sussidio di disoccupazione, infatti, il Jobs Act degli autonomi interviene anche riconoscendo ai titolari di Partita Iva una estensione dei diritti su malattia e maternità.

Per quanto riguarda la malattia e l’infortunio, viene riconosciuto ai lavoratori autonomi il diritto a sospendere la prestazione lavorativa fino a 150 giorni senza che questo comporti la decadenza del contratto.

Allo stesso tempo, il lavoratore può sospendere il versamento dei contributi per un periodo fino a due anni.

Un’altra novità del Ddl sul lavoro autonomo riguarda la regolamentazione della maternità, per la quale vengono raddoppiati i congedi parentali, che passano da tre a sei mesi, con la possibilità di essere utilizzati nell’arco dei primi tre anni di vita del bambino (ad oggi i tre mesi devono essere utilizzati entro il primo anno).

Non è prevista, inoltre, l’astensione obbligatoria dal lavoro nel periodo di erogazione dell’indennità di maternità, durante la quale le donne titolari di partita iva potranno continuare a lavorare.

Tra le novità che il Jobs Act degli autonomi introduce, segnaliamo la possibilità di detrarre fiscalmente le spese sostenute per la formazione fino ad una spesa massima annuale di 10 mila euro.