Sono sempre di più i giovani italiani, quasi tutti laureati, che sfiduciati dal mondo del Lavoro decidono di varcare la soglia di casa ed avventurarsi in contesti sociali, culturali e lavorativi diversi. In un mercato del lavoro sempre più internazionale e flessibile la conoscenza dell'inglese è uno dei fattori determinanti per ottenere il posto di lavoro. E se le vacanze studio nei paesi anglofoni restano un privilegio per pochi, lavorare all'estero in cambio di vitto e alloggio è per tutti.
Lavoro e lingua inglese
La globalizzazione del lavoro, sicuramente facilitata sia dagli accordi economico-finanziari internazionali che dai moderni mezzi di comunicazione, ha decretato l'inglese come lingua madre del mercato del lavoro facendo così emergere un ulteriore problema tutto italiano: la scarsa conoscenza della lingua dei Beatles e della regina Elisabetta.
Le nuove generazioni, fresche di corsi di studio in english e di programmi televisivi Made in England e/o USA, hanno sicuramente dei vantaggi nella dura selezione dinanzi al recruiter aziendale. Il saper comunicare in inglese, se fino a qualche anno addietro era considerato un valore aggiunto, oggi è imprescindibile: basta leggere uno dei tanti annunci propinati dalle agenzie interinali per rendersi conto che il livello richiesto dalle aziende è sempre piuttosto alto, fluente se le imprese in questione sono delle multinazionali. E se in gioventù non si è avuta la fortuna di incontrare degli insegnanti competenti in materia, apprendere una lingua straniera in età adulta diventa un vero e proprio lavoro che richiede un maggiore sforzo di concentrazione ed un dispendio economico non indifferente per iscriversi ad un corso di lingua.
Perché, diciamolo, ad eccezione di qualche colosso americano o inglese, sono davvero poche le aziende italiane che offrono ai propri dipendenti dei corsi di formazione gratuiti.
Lo scambio lavoro-ospitalità
La soluzione più economica ed efficace arriva come sempre dal web e da alcuni siti di scambio lavoro - ospitalità che nascono con l'intento di far incontrare le aziende - host(s) - ed i volontari.
Il meccanismo è facile ed immediati sono i riscontri che arrivano direttamente nella casella di posta elettronica. Dopo la registrazione su una delle tante piattaforme reperibili sul web, il candidato inoltra la propria candidatura per un determinato lavoro - gli annunci variano dal campo turistico a quello della ristorazione, da quello agricolo a quello dell'assistenza domestica - descrivendo chi è e che cosa lo spinge a vivere un'esperienza nel paese estero scelto.
Tuttavia, seppur non vi è un vero e proprio contratto scritto, solitamente l'azienda ospitante - o anche il privato cittadino che vi chiede una mano nella ristrutturazione della casa al mare - richiede una prestazione lavorativa pari a venti ore settimanali in cambio di vitto e alloggio. Talvolta l'host può chiedervi un colloquio via Skype per accertare il vostro livello d'inglese - o della lingua ufficiale del paese da voi selezionato - quindi nella lettera di presentazione non siate troppi sicuri della vostra competenza linguistica. L'esperienza dello scambio lavoro-ospitalità è però anche spirito di condivisione, di adattamento, di strette di mano, di parole nuove e di amicizie internazionali.
Ed ovviamente al vostro rientro in terra natia potrete vantare una parentesi di vita estera - sempre ben valutata dalle aziende - ed una maggiore prontezza nell'affrontare i colloqui in una lingua straniera. Zaino in spalla. Si parte!