La pensione anticipata di stampo sociale (conosciuta anche come APE social) potrebbe diventare strutturale. È il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti a spiegare che nelle valutazioni dell'esecutivo si sta pensando anche di "dare stabilizzazione allo strumento". Per il momento resta però aperta la questione del monitoraggio, mentre andranno affrontate le prime eventuali criticità. L'esponente del Governo ricorda infatti che l'opzione è sperimentale. Attualmente la possibilità di fruire dell'anticipo garantito dalla legge a partire dai 63 anni di età e con 36-30 anni di versamenti (a seconda del profilo di tutela) è prevista solo fino alla fine del 2018, ma le domande inviate già nella prima finestra di quest'anno sembrano superare il numero di posti che dispongono di adeguate coperture.

Le richieste in eccesso sarebbero oltre 5mila e non tengono conto di quelle in arrivo con l'istanza tardiva ancora a disposizione fino a novembre 2017, anche se non tutte le domande inviate in corso d'anno potrebbero avere i requisiti di legge per essere accolte. Le prossime settimane potrebbe comunque essere decisive per sciogliere le ultime riserve. Nell'ultima decade di settembre è attesa la nota di aggiornamento del DEF, con indicazioni di spesa inequivocabili. Mentre entro il 15 ottobre l'Inps avrà fornito le risposte ai lavoratori che hanno aperto la pratica entro il 15 luglio, potendo così dare un responso preciso all'attività di monitoraggio.

Pensioni flessibili, i sindacati restano insoddisfatti e continuano a prospettare la mobilitazione

Stante la situazione, resta comunque da rilevare l'insoddisfazione dei sindacati rispetto alle risposte ricevute finora dal Governo. Il Segretario generale Spi - Cgil Ivan Pedretti ha fatto riferimento questa mattina al "sentiero stretto" citato dal Ministro Poletti, spiegando che al momento non risultano a disposizione risorse adeguate a causa dei limiti di bilancio.

Il giudizio resta comunque fortemente critico: "sulle pensioni un Governo di ragionieri non sta rispondendo ai problemi di centinaia di migliaia di persone. Non va bene", ha evidenziato il sindacalista. "Il confronto deve andare avanti ma deve anche produrre dei risultati". Da questa premessa è arrivato un nuovo richiamo alla base: "come dico ormai da qualche giorno, se non ci saranno risultati è bene lavorare tutti insieme e unitariamente alla mobilitazione".

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