Settimana calda sul versante pensionistico, dopo i deludenti incontri tra Governo e sindacati dei giorni scorsi, non si placano le polemiche e le richieste di chiarimento da parte dei sindacati, dei lavoratori precoci, delle donne e degli esodati. I primi si dicono pronti alla mobilitazione se entro i primi di ottobre il Governo non fornirà risposte esaurienti sul versante previdenziale, mentre i lavoratori stamane sono già scesi in piazza con un presidio al Ministero del Lavoro a partire dalle ore 9, mentre il secondo al DG INPS dalle ore 14. Dal canto suo Walter Rizzetto,Fratelli d'Italia ha pubblicato sul suo profilo facebook copia della lettera consegnata alla Boldrini, in cui chiede una revisione dell'età necessaria per poter accedere alla quiescenza, chiedendo di equiparare tra politici e cittadini il requisito anagrafico dei 65 anni d'età.
I dettagli sul presidio odierno e sulla proposta di Rizzetto.
Pensioni 2017, si scende in piazza, pressing al Governo
Claudio Ardizio, responsabile del comitato Esodati, ci ha spiegato per email che la richiesta al Governo è sempre la stessa: ossia ottenere soluzioni strutturali per esodati esclusi dall'ottava salvaguardia e per le donne attraverso la proroga della misura opzione donna. Questi i punti salienti che oggi le delegazioni predisposte, sotto forniremo i nomi ormai noti, chiederanno negli incontri al ministero del Lavoro e al DG INPS. Le delegazione di OD e degli esodati, specifica Ardizio, vorrebbero ricevere informazioni puntuali sulle risorse non utilizzate e sui problemi concernenti il capitolo ottava salvaguardia e avere specifiche sul contatore e le risorse non utilizzate per opzione donna.
Presenti oggi per gli esodati Bello, Magno, Giambenedetti, De Carli, Prina, Tricoli, Morettoni, Proietti Rocchi Massimo, Tatoli, Panera, Baldo, Ardizio. Si segnala altresì la presenza, fa presente Ardizio, al presidio dei 3 sindacati CGIL CISL e UIL. La manifestazione è aperta anche ai lavoratori precoci che vorranno presenziare per tenere alta l'attenzione sulla loro primaria richiesta al Governo: quota 41 per tutti.
L'incontro ultimo, i primi di ottobre, prima della legge di bilancio 2018 si avvicina ed i lavoratori sono in pressing confidando che l'esecutivo sposi le loro richieste.
Pensioni precoci e anticipate, Rizzetto propone pensione a 65 anni per tutti
I lavoratori precoci hanno da sempre un alleato, Walter Rizzetto che si è sempre detto pro quota 41 per tutti indistintamente dall'età, dopo 40 /41 anni di lavoro: è giusto che le persone vadano in pensione.
Dal momento che il Governo pare continui a fare orecchie da mercante e che la Legge Fornero continua a sembrare intoccabile, se non per minime variazioni, il deputato di Fratelli d'Italia ha deciso di rivolgersi direttamente alla presidente della Camera Boldrini. Nella lettera indirizzata ha chiesto di "poter accedere al trattamento pensionistico al pari di ogni lavoratore italiano, pubblico o privato che sia, e che attualmente si conforma alla recente modifica del sistema pensionistico”, sulla base della Legge Fornero. Il vicepresidente della Commissione Lavoro conscio del fatto che sembri impossibile varare una normativa tale per cui il sistema pensionistico dei politici divenga uguale a quello di qualsiasi altro pensionato, propone di agire attraverso un operazione contraria.
Ossia garantire agli italiani l’accesso alla quiescenza già a 65 anni, senza che intervenga l'adv. Walter Rizzetto ha pubblicizzato la sua iniziativa sul suo profilo Facebook corredandolo con un post in cui nuovamente prende, tra le righe, le parti dei precoci e di quanti hanno già lavorato 40 anni e non riescono ad accedere alla pensione. "Che si sollevi il problema in solo modo mediatico o scendendo nel dettaglio (cosa che preferisco senza modificare la realtà per far capire altre cose) ritengo che il problema non siano i contributi versati (ormai vige questo regime) ma gli anni di anticipo rispetto ad un lavoratore comune che non riesce dopo 40 anni ad accedere alla pensione". Sarebbe ora, dice, ristabilire uguaglianza nei trattamenti senza macroscopiche differenze tra cittadini e politici. Perché, prosegue, non diamo la possibilità a tutti di andare in pensione a 65 anni?
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