Continua, incessantemente, a tenere banco l'argomento legato alla riforma Pensioni 2017, diventata ormai tematica di grandissima attualità e che suscita nei cittadini del nostro paese sempre un po' di preoccupazione. E dopo le prime dichiarazioni da parte di Cesare Damiano e la CGIL, entrambi critici nei confronti del decreto sull'APe volontaria da pochi giorni firmato, il presidente della Commissione Lavoro alla Camera è tornato a parlare degli incontri che si stanno tenendo in quest'ultimo periodo tra il Governo e i sindacati per risolvere alcuni punti della riforma pensioni che ancora non hanno trovato soluzione.
Riforma pensioni: per Cesare Damiano il confronto sta andando bene
Secondo quanto riportato dal sito Pensionioggi.it e stando alle parole di Cesare Damiano, i vertici in corso tra il Governo e sindacati per quanto concerne la riforma pensioni stanno andando verso una direzione positiva. La novità al tavolo dei discorsi è quella che riguarda la possibilità di permettere l'accesso all'APe social anche per le donne, ma con uno sconto di 6 mesi per ogni figlio e fino a un massimo di 2 anni, visto che erano la categoria più penalizzata dai requisiti imposti inizialmente.
Il confronto a riguardo sta proseguendo e Damiano, che nei giorni scorsi ha sottolineato l'importanza di evitare la "guerra" tra generazioni, si augura che si possa arrivare a considerare anche il complesso dei lavori di cura ai fini dell'uscita anticipata.
Pienamente d'accordo anche le organizzazioni sindacali, ma per CGIL, CISL e UIL sarebbe necessario un intervento che riconoscesse il valore a livello sociale di essere madri e allo stesso tempo uno strumento che permettesse una copertura previdenziale per chi è dedito all'attività di cura e di assistenza nel proprio nucleo familiare.
Riforma pensioni: Damiano su APe social ed età pensionabile
Per quanto riguarda l'APe social e la Quota 41, invece, Cesare Damiano ha dichiarato che c'è bisogno che il Governo stanzi nuove risorse per accogliere tutte le domande pervenute, mentre per quanto riguarda l'aumento dell'età pensionabile non è pensabile in quanto nel 2015 si è registrato un calo dell'aspettativa di vita e ciò non permette di portare l'uscita dal lavoro a 67 anni a partire dal 2019.
Secondo le sue dichiarazioni, anche quest'anno si vivrà meno a lungo e questo deve fare per forza di cose essere preso in considerazione.
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