Dopo l'avvio della Fase 2 della riforma Pensioni 2017, partita ieri con l'incontro tra Governo e sindacati presso la sede del ministero del Lavoro, si è fatto un resoconto generale sugli argomenti discussi e toccati. Secondo quanto riportato da Pensionioggi.it, assegno minimo di garanzia e riduzione dei vincoli per ottenere la pensione di vecchiaia per chi è nel sistema contributivo puro sono le principali aperture formulate dal Governo nel vertice di ieri. L'ipotesi da parte del Governo sarebbe quella di ridurre da 1,5 a 1,2 volte il requisito per ottenere il pensionamento di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi.

A riguardo hanno parlato anche il ministro del Lavoro Giuliano Poletti e il leader CGIL Susanna Camusso.

Riforma pensioni, le parole di Susanna Camusso

Questo significherebbe che un lavoratore per ottenere il pensionamento a 66 anni e 7 mesi con 20 anni di contribuzione dovrebbe avere un assegno minimo da 537 euro mensili invece dei 672 previsti dalla normativa vigente. Questo abbassamento permetterebbe a più lavoratori, soprattutto quelli penalizzati da carriere discontinue e precarie, di raggiungere la pensione senza fare i conti con lo slittamento di quattro anni, e quindi con un'uscita fissata a 70 anni e 7 mesi.

Parallelamente a questo provvedimento si è discusso anche dell'obiettivo di inserire una pensione di garanzia per i giovani che non riuscirebbero ad ottenere un assegno previdenziale di almeno 600-620 euro mensili, sommando alla pensione anche una quota dell'assegno sociale.

Per quanto riguarda la CGIL, però, l'incontro tenutosi tra Governo e sindacati non è ancora soddisfacente. Susanna Camusso ha dichiarato di essere insoddisfatta dalle risposte date dal Governo e che è stato ribadito che per il leader della CGIL il doppio automatismo dell'aspettativa di vita non deve esistere perché nel contributivo i lavoratori sono già doppiamente penalizzati in quanto va ad incidere sia sull'aumento dei requisiti pensionistici che sul calcolo della pensione.

Riforma pensioni, Poletti annuncia i nuovi incontri

Per quanto riguarda Poletti, invece, tornato a parlare inevitabilmente di riforma pensioni insieme a Marco Leonardi, ha spiegato come l'argomento delle pensioni dei giovani con carriere precarie è aperto ma non è un qualcosa di urgente. Questo perché è un problema non urgente all'ordine del giorno in quanto riguarda i giovani che andranno in pensione tra 20 anni.

Per Poletti, infatti, il problema non si configura domani mattina, anche se rimane un argomento in discussione. Gli incontri tra Governo e sindacati comunque continueranno e ci saranno vertici a settembre: il 5 per affrontare la questione lavoro, il 7 pensioni, donne e Ape social, poi appuntamento al 13 settembre.

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