Inutile girarci attorno perché l'argomento principe e che ormai suscita le maggiori polemiche e discussioni tra i cittadini del nostro Paese è proprio la riforma Pensioni 2017. Dopo l'avvio dei confronti tra Governo e sindacati, infatti, il presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, è tornato a parlare. Se nella giornata di ieri vi abbiamo reso noti quelli che potrebbero essere i correttivi per quanto riguarda l'APe sociale, oggi vi riportiamo le sue dichiarazioni e il suo punto di vista sull'argomento, condiviso da tanti ma scartato anche da molti altri.

Riforma pensioni, lavoro e pensioni per Damiano devono camminare insieme

Cesare Damiano ha dichiarato che le parole di Poletti sul fatto che la legge di Bilancio conterrà anche degli interventi per le pensioni sono molto importanti. L'ostilità da parte del Governo, infatti, starebbe ormai scomparendo ed è necessario evitare che si possa scatenare una guerra tra le generazioni mettendo in contrapposizione i due macro argomenti: lavoro e pensioni. Per il presidente i due argomenti devono essere, anzi sono, complementari perché sfruttando la pensione anticipata per gli anziani si può fare spazio ai giovani nel mondo del lavoro.

Per Damiano bisognerebbe incentivare le assunzioni di nuove leve a tempo indeterminato perché si darebbe continuità al lavoro e che permetterebbe in futuro di arrivare ad una pensione dignitosa.

É tutta una catena, chiaramente. Un altro obettivo che bisognerebbe perseguire secondo Damiano, dopo aver praticamente dettato le linee guida da seguire nei giorni scorsi, è la pensione contributiva di garanzia. Altro punto molto importante sarebbe quello di rallentare l'incremento dell'età pensionabile perché si arriverà ad avere giovani costretti a lasciare il lavoro solo a 70 anni.

Riforma pensioni: su APe sociale e APe volontaria ha le idee chiare

Per quel che riguarda APe sociale, Quota 41 e APe volontaria, invece, Cesare Damiano ha dichiarato che per le prime due è necessario soddisfare tutte le domande pervenute, mentre per il prestito pensionistico ha dichiarato che nei prossimi giorni il Governo firmerà finalmente il DPCM e in questo modo si darà la possibilità ai lavoratori con 63 anni d'età anagrafica e 20 di contribuzione che non sono distanti dalla pensione di vecchiaia da più di 3 anni e 7 mesi di uscire dal lavoro anticipatamente tramite un prestito finanziato dalle banche.

A patto, ovviamente, che il lavoratore restituisca la somma ricevuta attraverso un prestito ventennale.

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