Dopo il "si" all'uso degli smartphones in classe da parte del ministro Valeria Fedeli, "fioccano" le polemiche contro questo provvedimento che presto verrà reso operativo. Alcuni genitori ed insegnanti, da anni, cercano di limitare il loro l'utilizzo nelle scuole sostenendo che sono diventati, nel tempo, una forte fonte di distrazione per gli studenti. Nonostante tutto, il ministro dell'istruzione va avanti su questa strada facendo, addirittura, insediare una commissione ministeriale che avrà il compito di elaborare le linee guida di questa "nuova rivoluzione tecnologica".

Secondo il ministro, l'impiego dei telefonini nelle scuole, come ha dichiarato alla stampa, faciliterebbe, di sicuro, l'apprendimento e rappresenterebbe una grande opportunità didattica per gli insegnanti, poiché i ragazzi potranno imparare più facilmente attraverso uno strumento tecnologico che da tempo utilizzano.

Andare a scuola senza cellulare prolunga di una settimana l'anno scolastico

Secondo uno studio inglese condotto da due economisti della London School of Economics Philipe Beland e Richard Murphy e reso noto dal quotidiano britannico The Guardian, gli studenti raggiungono risultati migliori quando lasciano a casa il loro cellulare e vengono registrati voti migliori. I due ricercatori, tra il 2001 e il 2013, hanno preso in esame novantuno scuole superiori di quattro grandi città inglesi ed hanno rilevato che, nelle classi dove vige il divieto dell'uso degli smartphone, i punteggi dei test migliorano del 6,41% e ciò fa, inoltre, aumentare anche la probabilità di passare gli esami finali del 2%.

Insomma, a calcoli conclusi, secondo Murphy, è come se si aggiungesse una settimana in più all'anno scolastico con ricadute positive per quanto concerne l'aumento dei punteggi e la probabilità di successo agli esami, specialmente per gli studenti con necesssità educative particolari e per quelli più poveri.

Lo smartphone distrae lo studente

Questa ricerca non giunge alla conclusione che gli smartphones siano sempre dannosi o addirittura, non tende a "demonizzarli", ma mette in evidenza che sono una estrema fonte di distrazione dallo studio. Tuttavia, se usati con intelligenza, possono rappresentare un valido aiuto per l'apprendimento scolastico.

In sintesi, dovrebbe essere l'uomo a dominare lo "strumento tecnologico" e non il contrario. Più che gli smartphone, in classe per gli studenti serivrebbero l'utilizzo di ebook e banda ultralarga. In Italia è in vigore una direttiva, risalente al marzo del 2007, che vieta l'uso dei cellulari durante le lezioni. Fino ad oggi, i dirigenti scolastici hanno obbligato i ragazzi a consegnare i telefonini all'inizio della giornata scolastica o durante le verifiche. Segnale questo, che la norma non è stata applicata, correttamente, nel corso degli anni. Presto, vedremo cosa accadrà dopo che la commissione ministeriale voluta dal ministro Fedeli avrà concluso i suoi lavori.