L’anno prossimo uscirà finalmente il bando per il concorso docenti che permetterà a migliaia di docenti precari di provare ad immettersi finalmente in ruolo. Tutti gli esperti del settore sapranno che è completamente cambiato il percorso che permetterà agli aspiranti docenti di diventare professori di ruolo. Infatti il Tfa (Tirocinio Formativo Attivo) non esisterà più e, al suo posto, subentrerà il Fit, un percorso che per i docenti privi di abilitazione, durerà tre anni e cancellerà la fase “abilitazione + ruolo”, infatti chi supererà la serie di prove che prevede il Fit, sarà immesso in ruolo con un percorso graduale e retribuito.

Ma come funziona?

Gli aspiranti docenti che hanno i requisiti per partecipare al Fit dovranno sostenere due prove scritte e una orale. Una volta superati questi scogli i candidati potranno finalmente cominciare la formazione che per il primo anno prevedrà un tirocinio formativo svolto prevalentemente presso le università, retribuito con un compenso minimo. Il secondo anno il tirocinio sarà affiancato a dalle supplenze brevi che faranno aumentare il compenso.

Infine il terzo anno sarà quello decisivo infatti al docente sarà data una cattedra vera e propria, la quale gli permetterà di ricevere un regolare stipendio e di immettersi in ruolo. Purtroppo, però, non tutti hanno i requisiti necessari per poter partecipare al Fit.

Infatti il Miur ha stabilito che i candidati dovranno aver acquisito nel corso della propria carriera accademica 24 CFU nelle discipline antropo-psico- pedagogiche. Questi crediti formativi stanno creando seri problemi sia ai neolaureati che ai laureati vecchio ordinamento, andiamo a vedere perché.

Neolaureati e laureati vecchio ordinamento in difficoltà per i 24 CFU

Nelle ultime ore si sono diffuse notizie non positive per i candidati al concorso a cattedra, privi di abilitazione e dei tre anni di servizio. In primis quella secondo cui tali crediti non saranno riconosciuti ai laureati del vecchio ordinamento. A lanciare l’allarme per prima è stata l’Università di Trento, la quale ha stabilito che saranno riconosciuti i 24 CFU nelle discipline antropo-psico- pedagogiche e nelle metodologie didattiche, solo in quegli insegnamenti acquisiti in corsi di studio ''disciplinati dal DM 22 ottobre 2004 n. 270''.

Questo vuol dire che sono esclusi quegli esami conseguiti con le lauree di vecchio ordinamento. Ovviamente i laureati vecchio ordinamento sperano che le altre università non prendano decisioni simili. Ma una cattiva notizia è arrivata anche per i neolaureati, infatti l’Università di Palermo ha avvisato che per il riconoscimento dei CFU necessari per l’accesso al concorso e relativi alle metodologie didattiche, è necessario che gli insegnamenti abbiano avuto elementi di didattica nel loro programma.