Le studentesse italiane sono più preparate dei coetanei in educazione civica, ma c'è ancora tanto da fare in quest'ambito. Lo dice una recentissima ricerca dello IEA (International Association for the Evaluation of Educational Achievement) presentata a Roma qualche giorno fa. La ricerca ICCS 2016 (International Civic and Citizenship Education Study) ha messo a confronto i programmi formativi di educazione civica in diversi stati europei, testando le conoscenze di base dei ragazzi di terza media.

Il Progetto ICSS 2016, a cui ha partecipato Invalsi, ha lavorato su un campione di 3800 dirigenti, 37000 insegnanti, 94000 studenti (3500 solo in Italia).

L'indagine si è focalizzata sulla conoscenza della società e sul suo funzionamento dal punto di vista civico, delle istituzioni politiche, dei principi etici (libertà, legge, equità, trasparenza). I dati sono stati integrati con questionari su opinioni, attitudini e comportamenti e su come viene percepita la partecipazione alla vita politica.

I risultati evidenziano che il 99% degli studenti italiani possiede un livello minimo di competenza, contro il 97% internazionale. Nel panel, le ragazze ottengono un punteggio di 530 e i maschi di 505 a livello europeo, mentre in Italia il punteggio è di 535 per le femmine e 515 per i maschi. A fronte di queste percentuali, va detto che molto c'è ancora da fare: nel confronto non sono stati inclusi gli stati più virtuosi come Danimarca, Taipei cinese, Svezia e Finlandia, che ottengono rispettivamente i punteggi di: 586, 581, 579 e 577.

La Costituzione, questa sconosciuta

Se apparentemente il livello di preparazione sembra soddisfacente, in realtà, esaminando nel dettaglio la situazione, notiamo che lo scenario è sconfortante. Nel 2016 l'Associazione Treelle ha svolto un'indagine su un campione di 800 giovani tra i 19 e i 23 anni su tema dell'educazione civica.

Non propriamente brillanti i risultati: quasi i due terzi dei diplomati (61,9%) ha affermato di aver trattato solo marginalmente il tema della Costituzione, o di non averlo trattato affatto. Il 66% degli intervistati ha dichiarato che i temi riguardanti l'educazione civica o alla cittadinanza non sono mai stati affrontati (o solo sporadicamente, una o due volte l'anno).

L'educazione civica nel nostro paese non è una priorità nemmeno al di fuori della Scuola: solo il 47,1% ha fatto approfondimenti per conto suo e la metà (50,2%) ne ha parlato in famiglia. I ragazzi però percepiscono l'importanza di questa materia, tanto che 8 studenti su 10 chiedono che se ne parli di più a scuola, focalizzandosi su temi come il rispetto dell'ambiente (33,8%), l'uguaglianza tra cittadini (33,1%), i diritti e i doveri dei cittadini (32,3%), i diritti umani (30,1%) e il funzionamento dello Stato (25,5%).

L'educazione civica deve essere una priorità: l'Italia si muove

Jacques Delors, politico ed europeista francese, ha affermato qualche tempo fa che: "l'educazione deve fornire alle nuove generazioni le mappe di un mondo complesso in continuo cambiamento e la bussola che consente di orientarsi".

Educare alla cittadinanza significa insegnare a coltivare la propria identità nel rispetto dei principi comuni come il diritto, la pace, la parità di genere, la crescita del capitale umano, il valore dell'innovazione, il rispetto dell'ambiente. In molti stati dell'Unione Europea l'educazione civica è inserita nel curriculum scolastico.

Da noi è una priorità all'ordine del giorno, in linea con una Raccomandazione Europea del 2010 che ha sollecitato gli stati membri dell'Unione ad introdurre nei loro sistemi educativi l'educazione alla cittadinanza democratica, in particolare con riferimento ai diritti umani, fornendo obiettivi e strumenti.

Il Ministero dell'Istruzione sta lavorando ad un programma per la valorizzazione dei percorsi di educazione civica nelle scuole, elemento fondamentale ed imprescindibile nel percorso di crescita di ogni ragazzo.

Come annunciato dalla Ministra Valeria Fedeli: "entro dicembre implementeremo il percorso di apprendimento della Costituzione italiana, delle regole europee e delle convenzioni internazionali". Attendiamo dunque i prossimi sviluppo di questo importante strumento di formazione e arricchimento degli studenti.