"Nella Legge di Bilancio non c'è praticamente nessuna risposta sulla Fase 2, ci sono soltanto aspetti del tutto marginali". Lo ha affermato il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli nel bel mezzo dei lavori per la nuova Legge di Stabilità che con molta probabilità entrerà in vigore a partire dal prossimo primo gennaio 2018.

Ghiselli: 'Solo interventi marginali'

Secondo il sindacalista, infatti, sarebbero poche le novità in materia previdenziale che verrebbero introdotte nella manovra finanziaria: si tratta dell'estensione dell'Ape Sociale e del meccanismo di Quota 41 per i lavoratori precoci oltre agli sgravi contributivi per le lavoratrici.

Risposte apparentemente marginali che dovrebbero soddisfare una più ampia platea di beneficiari.

Il Governo Gentiloni, si sarebbe concentrato maggiormente sull'estensione dell'Ape Sociale per tutti i lavoratori che sono rimasti privi di occupazione a seguito della scadenza dei contratti a tempo determinato a condizione di aver lavorato almeno 18 mesi negli ultimi 36. Inoltre, anche le lavoratrici avrebbero trovato una risposta sul loro aspetto previdenziale: uno sconto contributivo di sei mesi per ogni figlio fino ad un massimo di due anni. Si tratta di due interventi utili ma nello stesso tempo insufficienti visto che rimarrebbero ancora fuori dall'aspettativa di pensionamento migliaia di lavoratori che hanno dovuto fare i conti con le rigide norme della Riforma Fornero.

Non ci sarà la Quota 100

Sempre secondo il segretario confederale della Cgil Roberto Ghiselli, l'esecutivo avrebbe tralasciato, però, altri temi fondamentali che avrebbero dato una risposta ai giovani e alle lavoratrici oltre all'approvazione di una norma volta a rendere più flessibile l'uscita dall'attività lavorativa e la revisione della previdenza complementare.

Anche la famigerata questione sulla Quota 100 sembra essere svanita nel nulla. L'ipotesi di cui ha parlato in pubblico numerose volte il Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano, infatti, non verrà inserita nella prossima Legge di Stabilità; un'altra batosta per coloro che avrebbero potuto lasciare anticipatamente il lavoro dopo il raggiungimento di almeno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di versamenti contributivi. "Per il momento il Governo ha detto che il tavolo tecnico affronterà alcuni di quei punti, in particolare quelli che hanno limitate ricadute in termini finanziari", ha concluso Ghiselli.