Il Mediatore Civile e Commerciale è colui che, durante una controversia stragiudiziale, facilita la comunicazione tra le parti, permettendo un confronto tra le due.
Il Mediatore, infatti, è una figura che si distingue sia dal giudice che dall'Avvocato: al contrario del magistrato non deve applicare la legge o decidere sulla controversia, dando ragione ad una parte e torto all'altra; contrariamente al difensore legale, invece, deve mantenere una posizione di assoluta imparzialità, in quanto il suo compito non è stabilire quale dei due abbia ragione, ma far si che le parti raggiungano un accordo.
Colui che ricopre il ruolo di Mediatore permette ai protagonisti di una controversia di trovare un punto d'incontro che non scontenti nessuno: l'obiettivo della mediazione civile e commerciale, infatti, è esattamente permettere a ciascuno di ottenere una soluzione soddisfacente.
La legge 28/2010
L'istituto della Mediazione Civile e Commerciale è stato attentamente disciplinato nel 2010 dalla legge 28, ma soltanto recentemente, con la legge 96/2017, si è provveduto a stabilizzarlo, eliminando il carattere transitorio e sperimentale della disciplina precedente.
Nel 2017, quindi, la Mediazione ha assunto carattere strutturale: la legge sancisce, infatti, l'obbligatorietà della mediazione per specifiche materie, quali la responsabilità medica e sanitaria, contratti di assicurazione, contratti bancari, diritti reali, divisioni, contratti finanziati, contratti di comodato, contratti di locazione, controversie condominiali, patti di famiglia, successioni ereditarie.
La legge ammette anche la possibilità di ricorrere alla Mediazione facoltativa, quando la controversia ha ad oggetto una questione non rientrante in quelle obbligatorie, qualora le parti scelgano autonomamente di servirsi dell'intervento di un Mediatore, perchè ritengono che la questione possa essere risolta meglio attraverso la Mediazione piuttosto che in un'aula di Tribunale.
I vantaggi di questa scelta sono molteplici: innanzitutto, le parti hanno la possibilità di confrontarsi faccia a faccia, riuscendo a spiegare il proprio punto di vista e il proprio pensiero; i tempi della procedura sono notevolmente più ristretti (la mediazione dura tre mesi, al contrario di un processo che dura anni); i costi sono parecchio più bassi; la questione si chiude con un accordo amichevole, funzionale a far si che tutti siano soddisfatti della soluzione, cosa che non accade, invece, in un processo civile, in cui c'è necessariamente solo una parte vittoriosa.