Il contrasto del preoccupante fenomeno della disoccupazione giovanile che nelle regioni del Sud Italia interessa quasi un giovane su due è sempre al centro delle politiche del lavoro del governo e dell'Unione Europea. Una boccata d'ossigeno potrà venire probabilmente anche dal piano di assunzioni straordinario già autorizzato dalla funzione pubblica per i prossimi due anni ma la vera spinta alla crescita e allo sviluppo non può però che dipendere dalla costituzione di nuove imprese e start-up che dimostrino di poter essere finanziariamente sostenibili e di poter avere una ricaduta positiva non soltanto sui soci ma anche nel contesto di operatività dell'impresa.

"Resto al sud" è probabilmente una delle misure più interessanti previste dal governo per incentivare la costituzione di nuove imprese giovanili under 35. Per il 2018 si prevede un finanziamento complessivo di 280 milioni di euro, per soggetti di età compresa tra i 18 e 35 anni residenti nelle regioni Sicilia, Campania, Molise, Puglia, Abruzzo, Basilicata, Calabria, Sardegna. Ciascun richiedente potrà ottenere un massimo di 40 mila euro (35% a fondo perduto e 65% a tasso zero). Nel caso in cui, però, il progetto sia presentato da più soggetti che abbiano già costituito o intendano costituire una società cooperativa, la singola iniziativa potrà ottenere un finanziamento massimo di 200 mila euro (40 mila per ogni soggetto richiedente) di cui, quindi, ben 70 mila euro concessi a fondo perduto (35%).

Il decreto è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale il 20/06/2017 e si attendono gli specifici bandi che autorizzino alla presentazione delle proposte progettuali ad Invitalia. La pubblicazione del decreto attuativo, attesa per il 12 di settembre (la legge di conversione era stata pubblicata il 13 agosto), si è fatta attendere qualche tempo in più ma il Ministro della coesione territoriale De Vincenti ha annunciato recentemente di avere già pronto il decreto che "investe sulla voglia di protagonismo dei giovani del Sud".

Non si tratta dell'unica misura prevista per ridurre il divario tra il nord e il sud del Paese: si segnalano, tra le altre, i finanziamenti per l'apertura di B&B e servizi per il turismo, impianti eolici e fotovoltaici, imprese agricole, laboratori artigianali ecc....

Scrivere un progetto di successo

Un progetto che voglia ambire ad ottenere un finanziamento pubblico deve rispettare alcuni requisiti minimi ed essere costruito con intelligenza a partire, anche, dalla conoscenza degli strumenti di valutazione utilizzati dalle commissioni di esperti per promuovere o cassare un progetto.

Ecco quindi, in sintesi, i passi da seguire per costruire un progetto di sicuro successo (utilizzando gli strumenti del project cycle management) ed ottenere una valutazione positiva da parte dell'ente che eroga il finanziamento. Per saperne di più ed approfondire vedi il nostro video.

  • Qualsiasi progetto si inserisce in un contesto più ampio cui deve dimostrare di poter dare un valore aggiunto
  • In primo luogo, qualora non sia già stata definita dettagliatamente dal bando, occorre individuare l'area d'intervento del progetto. E' opportuno partire dalle proprie competenze e da quelle dei soci, sia perchè questo garantisce una maggiore conoscenza dei problemi e comprensione dei fenomeni, sia perchè saranno valutate positivamente e contribuiranno a formare il punteggio che sarà attribuito dalla commissione di valutazione. Per individuare la specifica area d'intervento si potrà procedere ad un brain storming (tempesta di cervelli), confrontandosi con gli altri soci. Ciascuno avanza liberamente la propria proposta, senza preclusioni a priori (nessun deve giudicare o sentirsi giudicato in questa fase, le considerazioni vanno fatte alle fine), successivamente si sceglie insieme il settore di maggiore interesse
  • Preliminarmente il progettista analizza il contesto di riferimento e procede ad un'analisi dei bisogni, individuando una specifica area di intervento. L'analisi procede dal contesto generale a quello particolare, (situazione economica generale, analisi dell'industria o del settore economico prescelto, individuazione delle opportunità e delle minacce del contesto di riferimento ecc...). E' utile sapere che molti enti redigono e pubblicano studi particolarmente dettagliati nella propria area di competenza che, in questa fase, possono rivelarsi utilissimi per conoscere le norme di riferimento, i punti di forza e di debolezza di un determinato settore, i trend, le possibili strategie di intervento. Se, ad esempio, si decidesse di realizzare un progetto nel settore del turismo potrebbe risultare molto proficua la lettura del piano strategico di sviluppo turistico della regione.
  • Il passaggio successivo consiste nell'individuazione dei cosiddetti stakeholder (portatori di interessi). Si tratta dei soggetti beneficiari e degli attori coinvolti. Rimanendo nel settore del turismo, se volessimo offrire un servizio business to business alle imprese per migliorare la loro visibilità e gestire in modo integrato le risorse di un dato distretto turistico (nell'ottica della cosiddetta destination management organization, di cui magari avrete appreso dai documenti regionali sopracitati), individueremmo come beneficiari gli stessi operatori turistici, in primis, oltre ovviamente ai turisti, ma anche le imprese che potrebbero indirettamente trarre vantaggi dall'indotto economico e come attori coinvolti anche l'assessorato regionale, le proloco, gli enti parco, i musei ecc..... Ogni stakeholder potrà dare il suo contributo per la riuscita dell'impresa
  • Si entra quindi nel vivo della progettazione con la cosiddetta analisi SWOT. Analisi dei punti di forza (strenght), debolezza (weakness), delle opportunità (opportunities) e delle minacce (threats) che va fatta sia sul piano interno, con riferimento alla propria organizzazione, sia sul piano esterno, con riferimento al contesto in cui si opera. Il progettista dovrà dimostrare lucidità nell'evidenziare le minacce e i propri punti di debolezza ed al tempo stesso di essere in grado di sfruttare al meglio i propri punti di forza per non acuire ma anzi superare i punti di debolezza (che quindi dovrebbero essere contingenti e non intrinseci) e difendersi dalle minacce esterne.
  • Eccoci quindi arrivati a quello che è forse il momento più importante della nostra attività progettuale perchè ci porterà ad individuare la finalità generale e gli obiettivi specifici del nostro progetto. Solo un buon lavoro in questa fase ci consentirà di formulare degli obiettivi cosiddetti SMART (specifici, misurabili, raggiungibili, realistici, pianificati nel tempo), si tratta della costruzione dell'albero dei problemi che, se davvero ben costruito, ci porterà al nostro albero degli obiettivi. Come fare? Una volta individuato il problema principale di cui vogliamo occuparci (es. i giovani non lavorano), individueremo le cause di tale problema (attenzione a non confondere le cause con gli effetti!) e costruiremo un diagramma che ponga in cima il problema principale e al di sotto i vari problemi che lo causano. Più specificamente i problemi che sono causa del primo si pongono ad un livello inferiore, quelli che sono effetto del primo ad un livello superiore, quelli che non sono nè causa nè effetto si pongono allo stesso livello. Un problema non deve essere mai formulato come "assenza di" ovvero come assenza di una data soluzione che abbiamo, magari, già in mente. Ad esempio non scriveremo che i giovani non lavorano perchè in città non esistono centri di informazione sulle opportunità di impiego, ma al contrario potremo indicare tra le cause il fatto che i giovani non sono informati su tutte le offerte di lavoro. Il nostro obiettivo potrà quindi essere quello di una maggiore informazione (oppurtanamente quantificheremo tale obiettivo in termini misurabili) della nostra città e tra gli strumenti che individueremo per raggiungere quell'obiettivo potremo appunto proporre il centro di informazione. Non tutti i problemi del nostro albero si trasformeranno in obiettivi utili e perseguibili con il nostro progetto. Una volta che lo avremo rappresentato in una grande lavagna, isoleremo il problema di nostro interesse con tutte le sue cause e ci concentreremo su quello.
  • L'albero dei problemi, se ben strutturato, si trasformerà facilmente nell'albero degli obiettivi, riformulando i problemi in condizioni positive. Il nostro mondo ideale!
  • Gli obiettivi del nostro progetto dovranno essere finali (non mezzi per raggiungerli), pochi, chiari e comprensibili
  • Se avremo fatto bene questo lavoro, sarà senz'altro più facile individuare la strategia generale per raggiungere gli obiettivi del progetto e le azioni specifiche da realizzare per riuscirvi.
  • Studieremo i nostri concorrenti attuali e potenziali, individueremo la nostra quota di mercato potenziale, anche in relazione a quelle dei concorrenti, e sceglieremo il miglior posizionamento possibile, cercando di differenziarci dalla concorrenza.
  • Sceglieremo la nostra strategia di prezzo e le modalità distributive
  • Formuleremo infine il nostro piano di comunicazione (pubblicità, promozione, direct marketing, relazioni pubbliche ecc....)