Il Governo vuole e deve fare in fretta. La chiusura della attuale legislatura, prevista per il 27 dicembre 2017 non consente deroghe. Oggi, 20 dicembre, quindi, dovrebbero concludersi le trattative con le parti sociali che dovrebbero aprire la strada all'approvazione del Nuovo contratto della Pubblica Amministrazione, in particolare quello riguardante il comparto dei dipendenti statali delle amministrazioni centrali.

Ma di quanto, effettivamente, sarà il nuovo aumento degli stipendi? E come dovrebbe essere calibrato? Vediamo di rispondere chiarendo il contesto e le motivazioni sottostanti.

A chi si applica l'aumento e di che importo si tratta

Come dicevamo, proprio a causa dei tempi estremamente stretti rimasti a disposizione dell'attuale Governo, questo é orientato ad approvare un aumento generalizzato del contratto dei dipendenti statali. In termini di netto in busta paga è stata proposta la cifra di circa 50 euro al mese. Questo importo dovrebbe, inoltre, fare il paio con il riconoscimento forfettario o una tantum degli arretrati degli ultimi 8 anni, durante i quali il contratto degli statali non ha usufruito di alcun adeguamento.

Nelle intenzioni del Governo, poi, una volta che tale aumento sarà stato recepito dagli statali verrà, progressivamente, applicato ai dipendenti pubblici di tutte le altre amministrazioni minori.

I motivi della fretta di Governo e Sindacati

Oltre dell'imminente fine della legislatura ciò che spinge Governo e Sindacati a fare in fretta a conludere le trattative sono motivazioni differenti ma convergenti nel risultato finale. Da una parte ci sono le pressanti esigenze politico - elettorali dell'attuale maggioranza, targata Pd, di ottenere un risultato spendibile nell'imminente campagna elettorale. Dall'altra, anche i Sindacati mirano a far arrivare l'aumento concordato negli stipendi di dicembre. Il motivo, anche in questo caso, può essere definito di matrice elettorale.

Infatti, a breve dovranno essere rinnovate le varie Rsu negli uffici pubblici. E la platea dei potenziali interessati e votanti è notevole. Si tratta, infatti, di circa 3 milioni di persone. Tenuto conto, poi, che una volta sottoscritto l'accordo, per il varo definitivo sarà necessario l'avallo di Corte dei Conti e della Ragioneria Generale dello Stato e con l'ipotesi delle urne al 4 marzo 2018, le spinte per fare in fretta ci sono tutte.