Dopo i recenti aggiornamenti sui concorsi pubblici per economisti e giuristi in scadenza il 7 gennaio, ci concentriamo sul concorso Inps bandito il 24 novembre per 1000 posti di analista di processo-consulente professionale, area C, posizione economica C1. Fra i requisiti di accesso alla selezione, previsti dal bando c’è anche quello inaspettato che richiede la certificazione della lingua inglese,livello B2 del Quadro Comune Europeo, rilasciata da uno degli enti certificatori di cui al decreto 28.022017, n. 118 del MIUR. Tale requisito, a parere di diversi studi legali appare però illegittimo.

Inoltre, tra i titoli che attribuiscono un punteggio maggiore, vi è il possesso di una certificazione livello C1 inglese o livello superiore.

Ecco i principali motivi di ricorso che discriminano anche laureati ed ex Erasmus

Nel bando la previsione di tale macroscopico dettaglio obbliga innanzitutto tutti coloro che vogliono partecipare e che non sono in possesso del certificato b2, benchè vantino una conoscenza anche approfondita della lingua inglese ad acquisire tale certificato sborsando diverse centinaia di euro (nella migliore delle ipotesi). Questo sacrificio economico che non tutti possono sostenere, nasconde quindi diverse penalizzazioni e insidie.

Il bando, infatti, esclude dalla procedura i madrelingua inglese, che hanno ad esempio soggiornato all’estero per motivi di studio o di lavoro.

Si pensi a quanti studenti italiani frequentano sempre di più corsi di laurea in lingua inglese, come studenti Erasmus. Ecco quindi sia l’annunciata pioggia di ricorsi da parte di vari studi legali (avv. Giuseppe Lanni e Avv Salvatore Romano) visto che "la lingua inglese va testata e non comprata". Esaminiamo meglio dunque tali profili di illegittimità, che si pongono in palese contraddizione con ciò che contempla la normativa vigente.

Invero, il TU del Pubblico impiego prevede che "l’accertamento della conoscenza dell’uso delle apparecchiature e delle applicazioni informatiche più diffuse e della lingua inglese" (art. 37 e 1 comma 2). La legge impone un semplice accertamento della conoscenza della lingua inglese, che quindi non può essere ricompreso come requisito di accesso per un concorso pubblico.

E’ altresì illogico poi che l’accertamento del suddetto requisito della certificazione di inglese di livello B2 nel concorso in esame, viene menzionato anche nell’art. 6 del bando, che prevede appunto che il concorrente dovrà già dimostrare di avere le necessarie competenze informatiche e in lingua, quando andrà a sostenere la prova scritta oggettivo-attitudinale. Delle due l’una, posto che il doppio accertamento comporterebbe una violazione delle normative sopracitate

A questo proposito copiosa giurisprudenza del Consiglio di Stato e del TAR sempre con riferimento all’art 37 del Dlgs n165/2001 prevede che debba semmai essere un regolamento a stabilire per i dipendenti delle amministrazioni dello Stato diversi dai dirigenti, i livelli di conoscenza e le modalità per l’accertamento della conoscenza medesima”.

Fra le tante sentenze del Consiglio di Stato, merita di essere menzionata la n.4081 del 25 agosto 2008, che conferma: ‘come tutte le PA sono tenute, in sede di redazione dei bandi di concorso, a contemplare la conoscenza di almeno una lingua straniera. Nel silenzio delle disposizioni primarie, i bandi possono prevedere che l’accertamento di tali conoscenze costituisca parte integrante delle prove di esame, ovvero che venga in rilievo quale requisito di ammissione al concorso'.

Gli effetti dei ricorsi a pioggia e le dichiarazione degli uffici legali dell’INPS

La discrezionalità delle PA nello stabilire i criteri e le modalità di accertamento della conoscenza della lingua inglese, dovrebbe essere limitata dai principi di proporzionalità e ragionevolezza che, nell’ambito di una selezione pubblica, devono essere quantomeno venire rapportati alla categoria richiesta e al profilo tecnico e all’effettiva necessità del requisito rispetto alle mansioni effettivamente svolte.

Alla luce di tali considerazioni, si apre uno spiraglio per tutti coloro che non potranno presentare domanda di partecipazione perché privi del requisito dell’inglese certificato. Questi infatti possono presentare un ricorso collettivo, chiedendo di essere ammessi ugualmente. Se si voleva restringere l'accesso, trovando una scorciatoia per tagliare il numero di partecipanti al concorso visto che abitualmente è sempre massiccio il numero dei partecipanti, l’effetto che si produrrebbe sarebbe un rallentamento delle svolgimento delle procedure concorsuali in attesa appunto che il TAR decida se ammettere con riserva i numerosi ricorsiti. L’inps intanto attraverso Tito Boeri precisa che “gli uffici legali stanno valutando il rischio di ricorsi e hanno optato di di chiedere ad ogni costo la certificazione linguistica. Che la battaglia legale abbia inizio dunque.