Adeguamento delle Pensioni al tasso di inflazione, parte di pensione collegata a determinate situazioni reddituali o di composizione del nucleo familiare e nuovi provvedimenti introdotto dai vari Governi che si sono succeduti negli anni rappresentano cose che i pensionati potrebbero sfruttare per percepire di più di pensione. La conosciutissima campagna informativa della Cgil, invita i pensionati italiani a farsi ricalcolare la propria pensione come già molti suoi tesserati hanno fatto. Ogni 10 pensioni controllate dalla Cgil, ben 3 risultavano di importi non corrispondenti al profilo del pensionato.

In pratica l’Inps eroga pensioni inferiori a quelle spettanti ed i motivi di queste anomalie sono i più svariati.

Le colpe dell’Inps?

Una cosa che occorre ribadire sulla vicenda è che dal punto di vista legale l’Inps non ha alcuna colpa o responsabilità. Diversa invece la responsabilità dal punto di vista morale. Da anni l’Inps non provvede più ad informare il pensionato degli elementi che compongono la propria prestazione previdenziale. Questo perché il modello Obis/M che altro non è che la busta paga del pensionato non viene più spedito annualmente a casa del cittadino. Sul modello oltre all’importo totale della pensione che il pensionato avrebbe dovuto percepire per l’anno solare a cui si riferiva, erano evidenziate nel dettaglio le voci attive e passive che la componevano.

Dalla maggiorazione sociale all’assegno per il nucleo familiare per finire alla trattenuta sindacale operata dal soggetto che si è occupato di presentare la domanda di pensione al cittadino. Essendo molte delle prestazioni che vanno a comporre la pensione non erogate in automatico ma da richiedere, evidente che il non sapere di cosa è composta la pensione non rende edotti i pensionati da questo punto di vista.

Maggiorazioni sociali, adeguamento delle pensioni al trattamento minimo, quattordicesime, assegni per il nucleo familiare spesso valgono oltre il 50% dell’intera pensione. Ecco perché come riporta il quotidiano “La Nazione”, in Versilia e nella provincia di Lucca, il controllo a tappeto dei pensionati aderenti all’Inca-Cgil ha portato diversi soggetti a recuperare anche 350 euro di aumento del proprio assegno previdenziale.

Senza considerare poi l’effetto retroattivo di 5 anni che permette il periodi di non prescrizione e che nelle tasche di qualcuno ha portato cifre dai 10mila ai 20mila euro.

Maternità, mobilità e così via

Un successo la campagna della Inca-Cgil che sicuramente desta l’attenzione di tutto l’universo dei pensionati italiani, soprattutto quelli con assegni più bassi che ripetiamo, hanno gran parte della propria pensione collegata a situazioni reddituali che variano di anno in anno. Il modello Red che l’Inps pretende annualmente dai pensionati non tenuti alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi dell’Agenzia delle Entrate vien in aiuto perché permette al pensionato di comunicare all’Inps la propria situazione economica e patrimoniale ed all’Inps di pagare le pensioni in maniera giusta.

Anche il Red è un modello che l’Inps non richiede più al pensionato alla vecchia maniera, cioè con l’invio per posta del codice a barre utile all’adempimento. Tutto telematico e tutto sulle spalle del pensionato che deve ricordare annualmente di rispondere all’adempimento. Per il 2018 la scadenza della presentazione del modello Red è fissata per il 15 febbraio, ma come accade annualmente, si arriverà fino al 30 marzo. Bisogna comunicare tutti i cambiamenti di reddito e di nucleo familiare a partire dal prospetto relativo ai familiari a carico per i relativi assegni. Basti pensare che quest'anno il Governo ha aumentato a 4.000 euro la soglia utile affinchè un figlio possa essere considerato a carico.

E non è una variazione di poco conto perchè se fino al 2017 su questo soggetto non si percepivano assegni, evidente che nel 2017 questo importo aggiuntivo diventerebbe spettante. Esistono poi norme emanate successivamente alla data di decorrenza di una pensione che inciderebbero positivamente sugli importi. Esempio ne è l’aumento di una settima di contribuzione figurativa che recentemente l’Inps ha introdotto per le maternità fuori dal contratto di lavoro. Anche la rivalutazione della contribuzione figurativa che non viene mai effettuata, oppure i contributi versati per lavoro autonomo successivi alla decorrenza della pensione, possono dare diritto a pensioni più alte se solo venissero ricostituite tramite domanda all’Inps. Lo stesso dicasi per i premi o parte del Tfr erogati postumi alla pensione che per coloro che hanno avuto la pensione pagata in parte col metodo retributivo presenterebbe maggiori vantaggi.