È subito scontro nel centrodestra dopo le ultime dichiarazioni del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi che lasciano presagire in un ulteriore freno all'ipotesi lanciata tempo fa dal segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini riguardante la famigerata quota 100.

Berlusconi su età pensionabile: 'lasciare quota 67'

È questo il motivo che schiera Salvini da una parte e Berlusconi dall'altra dopo che l'ex Premier avrebbe ribadito la necessità di lasciare Quota 67 e quindi, garantire ai lavoratori l'uscita anticipata dopo il raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica.

"Resta quota 67 con eccezioni limitate. Solo in alcuni casi, individuati con equità, e per un periodo di tempo limitato", ha spiegato Silvio Berlusconi al quotidiano "Il Sole 24 ore". Dichiarazioni che non hanno suscitato particolare ammirazione da parte del leader del Carroccio Matteo Salvini che continua a sostenere l'ipotesi sull'abolizione della Riforma Fornero e l'approvazione della Quota 100 per tutti come riportato nel programma elettorale del centrodestra.

Un botta e risposta continuo che potrebbe portare alla rottura dei patti e che potrebbe compromettere anche la campagna elettorale. Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia non sembrerebbero andare nella stessa direzione e, prima del giorno delle votazioni le loro strade potrebbero dividersi.

Secondo Berlusconi, infatti, l'ipotesi sulla Quota 67 non comporterebbe effetti negativi sui conti pubblici e soprattutto dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Cosa che, invece, accadrebbe in caso di abbassamento dell'età pensionabile per tutti. Dichiarazioni che non sono piaciute al Leader del Carroccio che immediatamente ha dato la sua risposta: "A Berlusconi dico patti chiari, e amicizia lunga.

Via la Legge Fornero. È il primo punto del programma del centrodestra che abbiamo firmato tutti".

Salvini chiede la Quota 100 per tutti

Matteo Salvini, infatti, sembrerebbe deciso a continuare per la sua strada: approvazione della Quota 100 per tutti al fine di garantire maggiore flessibilità in uscita ai lavoratori a partire dai 62 anni di età anagrafica e 38 anni di versamenti contributivi.

Per i lavoratori precoci, invece, si starebbe pensando all'ampliamento della cosiddetta Quota 41 che, invece, consentirebbe l'uscita dopo la maturazione di 41 anni di anzianità contributiva senza tenere in considerazione l'età anagrafica. È questo il programma del Leader della Lega che non sembrerebbe disposto a cambiare.