Entrano in vigore il 13 gennaio le nuove regole sulle visite fiscali per i lavoratori pubblici in malattia. E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 29 dicembre il decreto correttivo della riforma Madia avente per oggetto “l'accertamento delle assenze dal servizio per malattia” che, a sorpresa, non contiene l’armonizzazione delle fasce orarie di reperibilità tra settore pubblico e privato.

A fronte delle numerose novità contenute nel decreto, rimangono quindi invariate le fasce di reperibilità fissate, per i dipendenti pubblici, tra le 9 e le 13 e tra le 15 e le 18.

Le nuove regole per le visite fiscali dei lavoratori pubblici: via libera ai controlli ripetuti

Il nuovo regolamento per le visite fiscali dei lavoratori del comparto pubblico è organizzato in 10 articoli che prevedono, tra le novità, la possibilità da parte del datore di lavoro di richiedere la visita fiscale all’Inps, che diventa l’unico referente per la gestione dei controlli, fin dal primo giorno di malattia del dipendente. I controlli potranno essere effettuati in modo “sistematico e ripetitivo” anche nei giorni festivi e di riposo.

Il decreto del Ministero della Pubblica Amministrazione, inoltre, riduce da cinque a tre i casi nei quali i lavoratori in malattia sono esentati dall’obbligo di reperibilità: patologie che prevedono la somministrazione di farmaci salvavita, menomazione derivante da causa di servizio e patologie connesse ad una invalidità riconosciuta pari ad almeno il 67%.

Nel caso in cui il lavoratore risulti assente, il medico fiscale avviserà il datore di lavoro e lascerà al dipendente un invito a recarsi il primo giorno utile presso l’ambulatorio. Se, invece, il lavoratore in malattia non accetta l’esito della visita di controllo, dovrà comunicarlo immediatamente al medico che provvederà a fissare una visita presso l’Ufficio del Medico Legale dell’Inps per la visita definitiva.

Viene inoltre stabilito che, nel caso in cui il lavoratore voglia tornare anticipatamente al lavoro, dovrà presentare un nuovo certificato redatto dallo stesso medico che ne aveva accertato inizialmente la malattia.

Perché la reperibilità dei dipendenti statali rimane di 7 ore

Niente di fatto, quindi, per l’attesa armonizzazione degli orari di reperibilità che rimangono, per i lavoratori del settore pubblico, di 7 ore, dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, mentre per i lavoratori del settore privato sono di 4 ore, dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19.

La spiegazione del ministero sulla mancata equiparazione tra la reperibilità di pubblico e privato è da ricercarsi nel fatto che una riduzione delle fasce orarie avrebbe comportato una minore incisività della lotta all’assenteismo nella Pubblica Amministrazione anche se, come osserva il presidente dell’Inps Tito Boeri, proprio la mancata armonizzazione rischia di vanificare la realizzazione delle economie di scala alla base dell’istituzione del Polo Unico Inps per le visite fiscali.