Spesso si tende a dare poco peso al lavoro domestico ma da anni ormai badanti e colf, baby sitter e collaboratori domestici vanno assunti e considerati alla stregua di qualsiasi altro lavoratore. Lo dimostra il fatto che il settore ha un suo contratto collettivo che va seguito alla lettera sia in sede di assunzione di un lavoratore che di gestione nel tempo del rapporto di lavoro. Resta però il fatto che il datore di lavoro non si sostituisce al Fisco come succede in tutti gli altri settori, cioè non funge da sostituto di imposta. Questo però non vuol dire che il lavoratore non è tutelato perché il CCNL va rispettato ed il datore di lavoro che non segue le linee dello stesso può subire pesanti sanzioni.
Al riguardo va detto che il 2018 sembra essere l’anno di svolta, quello in cui finalmente si mette una lente di ingrandimento su questo settore lavorativo con aggiornamenti delle retribuzioni e di altri elementi strettamente collegati al lavoro domestico.
Aumenti di salario
Dal 1° gennaio i datori di lavoro devono aver aumentato lo stipendio da erogare ai Lavoratori domestici. Sono stati aumentati i minimi retributivi e le relative tabelle. Nessuna sanzione è prevista per il datore di lavoro che mette sotto contratto un dipendente stabilendo uno stipendio inferiore a quello minimo, ma questa situazione dà diritto al lavoratore di chiedere un’integrazione retributiva al termine del contratto di lavoro.
Per fugare dubbi e incertezze ecco lo stipendio minimo per livello di inquadramento:
- A: €625,15
- AS: €738,82
- B: €795,65
- BS: €852,48
- C: €909,33
- CS: €966,15
- D: €1.136,64
- DS: €1.193,47
Aumenti minimi rispetto al 2017 visto che si tratta di 5 euro al mese in più circa per quasi tutti i livelli di inquadramento.
Orari e lavoro notturno
Strettamente correlato allo stipendio è l’orario di lavoro anche esso regolato dal CCNL e ultimamente molto discusso soprattutto in relazione a riposi e lavoro festivo o notturno.
Una direttiva europea fissa i limiti orari di lavoro in tutti i settori e pertanto anche per quello domestico. L’orario massimo di lavoro giornaliero è di 13 ore perché come ribadito dalla Cassazione, alla badante piuttosto che alla colf spettano 11 ore di riposo giornaliero consecutivo. Ne deriva che lavorare di notte e di giorno non è possibile e pertanto per l’assistenza continuativa per 24 ore, alla famiglia servirebbero due badanti.
In linea di massima il CCNL prevede che non si possa lavorare per più di 48 ore a settimana, straordinari compresi. Il datore di lavoro che non rispetta riposi e orari massimi di lavoro può essere sanzionato con multa tra i 200 ed i 1,500 euro che salgono fino a 10.000 nei casi reiterati o in quelli che riguardano più lavoratori alle dipendenze dello stesso datore. Occorre infine ricordare che le novità 2018 sugli incrementi di salario hanno rettificato i minimi per il lavoro notturno che nel CCNL è disciplinato come categoria a parte. La paga minima mensile per l’assistenza a soggetti autosufficienti (l’esempio è la dama di compagnia) è di € 986,62. Se i soggetti da assistere non sono autosufficienti invece si sale ad € 1.118,18 per dipendenti di categoria CS e ad € 1.381,530 in quella DS. Salario mensile minimo per lavoro notturno di € 660,61 per tutti gli altri livelli di inquadramento.