Uno degli aspetti che rende particolare il lavoro domestico, quello che di norma interessa colf, baby sitter e badanti è la figura del datore di lavoro. Il lavoratore dal punto di vista formale è identico a come viene inteso in tutti gli altri settori lavorativi in Italia, ma è il datore di lavoro a essere diverso dagli altri. Può essere una famiglia piuttosto che una cooperativa di servizi, oppure un anziano che oltre che datore di lavoro è anche la persona assistita. La normativa non carica su questi datori di lavoro il ruolo di sostituto di imposta, cioè questi soggetti non sono chiamati a effettuare i conguagli fiscali nei confronti dei dipendenti che per lo stesso motivo devono fare tutto da soli.

Il lavoratore in pratica è chiamato a pagare le tasse e ad ottenere eventuali crediti nei confronti del fisco tramite l’Agenzia delle Entrate. Lo strumento utile è la dichiarazione dei redditi che dal prossimo mese i Lavoratori possono iniziare a presentare. Si parte con il 730 e proprio questo modello fiscale consente a badanti e colf di recuperare il bonus di 80 euro al mese per ogni mese di lavoro che gli altri lavoratori percepiscono dal datore di lavoro in busta paga.

Il bonus e come funziona

Nella stragrande maggiorana dei casi, ma non nel lavoro domestico, il bonus viene percepito in busta paga ogni mese. Ad un lavoratore che ha lavorato tutto l’anno spettano 960 euro. Parliamo del famoso bonus Renzi che spetta anche alle lavoratrici o lavoratori domestici.

Naturalmente il bonus è soggetto a particolari e specifici requisiti e si rapporta all’anno solare. Le nuove soglie 2018 per percepire questo bonus sono uguali per tutti i lavoratori. Il benefit spetta per intero, cioè 80 euro al mese e 960 all’anno per soggetti con redditi complessivi non inferiori a 8.174 euro e non superiori a 24.600 euro.

L’incentivo spetta in misura ridotta per redditi tra i 24.600 ed i 26.600 euro annui. Nessun bonus è concesso per redditi inferiori a 8.174 euro e superiori a 26.600. I soggetti beneficiari come dicevamo sono i lavoratori dipendenti o assimilati, quelli con contratti precari o con contratti di collaborazione o progetto, le Forze dell’Ordine, i soci di cooperative, disoccupati, cassintegrati e soggetti in mobilità ed i beneficiari di borse di studio ed assegni formativi.

Tra i lavoratori dipendenti ci sono anche badanti, maggiordomi, giardinieri ed ogni altra figura che rientra nel campo di applicazione del lavoro domestico.

Come fare?

I collaboratori domestici in materia bonus Renzi devono operare come fanno gli altri lavoratori che non hanno datore di lavoro, utilizzando il modello 730 e barrando la casella “senza sostituto” nel frontespizio. In questo modo ogni singolo euro da pagare di Irpef oppure da ricevere come credito sarà recuperato tramite l’Agenzia delle Entrate che di norma chiude l’operazione entro il dicembre successivo. Vale lo stesso per recuperare i 960 euro relativi al bonus. Va ricordato al riguardo che l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che essendo il bonus un credito fiscale, se il lavoratore ha imposta lorda inferiore alle normali detrazioni da lavoro dipendente, il bonus non può essere erogato.

Per lavoratori che non sono riusciti a lavorare per tutti i 365 giorni all’anno il bonus è erogato in proporzione, dividendo i 960 euro per 365 e moltiplicandoli per i giorni effettivi di lavoro svolti. Inoltre, per lavoratori che hanno prestato servizio per diversi datori di lavoro nell'anno fiscale 2017, il bonus è cumulativo per tutti i mesi lavorati ma per doppio lavoro non può essere erogato due volte. Per ottenere il rimborso, così come tutti gli altri conguagli a credito fiscali, essendo il bonus inferiore a 3.000 euro non è necessario presentare all'Agenzia delle Entrate il modello relativo all'Iban del proprio conto corrente. In questo caso le Entrate provvederanno a far emettere alla Banca d'Italia un vaglia cambiario che come dicevamo arriverà al lavoratore entro il mese di dicembre.