Il prossimo 1° maggio scade il termine ultimo per presentare l’istanza per l’accesso alla pensione anticipata per lavoro usurante. Si tratta di una misura prevista dal decreto legislativo 67 del 2011 e la scadenza ormai imminente è relativa all’istanza di certificazione del diritto da presentare all’Inps per quanti centreranno i requisiti previsti nel 2019. Nel frattempo l’Inps ha provveduto ad emettere una circolare ieri 29 marzo con importanti novità che riguardano una delle categorie a cui si riferisce questa particolare forma di pensione anticipata.

Usuranti ma non gravosi

I lavori usuranti spesso vengono confusi con i lavori gravosi che sono le 15 attività logoranti per le quali sono state istituite Ape sociale e quota 41 per precoci. I lavori usuranti invece sono tutte le attività previste dal decreto citato in premessa e comprendono tra gli altri i minatori, i palombari, gli autisti dei mezzi di trasporto pubblici e lavoratori che svolgono la loro attività anche nelle ore notturne. Per questi esiste dal 2011 una particolare prestazione pensionistica anticipata che consente loro di lasciare il lavoro e pensionarsi a 61 anni e 7 mesi. Per il 2018, ma anche per l’anno prossimo non esistono più le finestre mobili per questa misura. La decorrenza della prestazione parte dal 1° giorno del mese successivo a quello i cui si maturano i requisiti.

Oltre all’età molto importanti sono i contributi da versare che devono essere 35. Per la misura inoltre esiste il meccanismo quota 97,6 dato dalla somma di contributi versati ed età anagrafica.

Lavoro notturno e novità Inps

La circolare Inps n° 59 del 29 marzo riguarda i lavori notturni e le quote. La pensione a 61 anni e 7 mesi si centra anche per lavori svolti per anno intero o parti di anno tra le 24 e le 5 del mattino successivo.

Una possibilità per coloro che svolgono attività organizzate su turni comprendenti anche le ore in quello spazio temporale. In base a quante giornate lavorativa all’anno vengono svolte dai lavoratori che intendono richiedere la pensione per lavoro usurante cambia la quota. La prestazione così come prevista dal Decreto di sua attuazione si applica a soggetti che hanno svolto lavoro notturno per:

  • 78 o più giorni all’anno
  • tra i 72 ed i 77 giorni all’anno
  • tra i 64 ed i 71 giorni all’anno

per la prima fascia la quota da raggiungere deve essere di 97,6, per la seconda fascia la quota arriva a 98,6 e per l’ultima si sale a 99,6.

Inoltre se i soggetti richiedenti sono in possesso di contribuzione da lavoro autonomo la soglia sale a 100,6. In pratica meno giornate all’anno si sono svolte con lavoro nelle ore notturne, più sale l’età pensionabile perché il requisito minimo dei contributi resta quello dei 35 anni. con il nuovo messaggio dell’Inps si rende più facile raggiungere il requisito delle giornate utili affinchè un anno di lavoro venga considerato notturno e quindi valido per la pensione anticipata. Infatti l’Inps conferma come per i lavoratori impiegati in cicli di produzione a turni e stabiliti tramite un accordo collettivo stipulato in data antecedente il 1° gennaio 2017, esiste una maggiorazione sul calcolo delle notti effettivamente lavorate.

Per ogni notte dell’anno solare di lavoro nelle quali si sono svolte 6 ore di lavoro, cioè dalle 24 alle 5 del mattino, la giornata utile al raggiungimento delle 78, 72 o 64 giornate annue valide per l’accesso alla misura, valgono il 50% in più. In parole povere bastano 50 giornate all’anno di lavoro svolto in quella fascia oraria e per intero, per chiuderne 75. In definitiva una autentica rivalutazione dei turni svolti in notturna, cioè in proporzione un valore pari ad 1,5 volte quello classico.