Una importante scadenza sta per arrivare e riguarda molti lavoratori che nel 2019 raggiungeranno requisiti utili ad una forma di pensione anticipata di ben 5 anni. Il 1° maggio infatti scade il termine ultimo per la presentazione de modello AP45. Si tratta del modulo che serve per richiedere all’Inps l’accesso alla pensione di vecchiaia anticipata con 35 anni di contributi ma con solo 61 anni e 7 mesi di età. La scadenza è un risultato di quanto previsto dalla Legge di Stabilità del 2017, che di fatto prevede l’inoltro di una domanda di certificazione del diritto prima di presentare la domanda di pensione vera e propria.

Sempre l’Istituto nel frattempo ha emanato una circolare con la quale recepisce le direttive della manovra e, soprattutto, corregge le modalità di calcolo di alcuni requisiti da centrare per accedere a questa forma di pensione conosciuta come pensione anticipata per lavori notturni o usuranti.

Requisiti

La scadenza come dicevamo riguarda quanti potrebbero raggiungere i requisiti della misura nel 2019, quando le Pensioni di vecchiaia classiche si centreranno senza distinzioni di genere, a 67 anni. per poter accedere a questa pensione anticipata bisogna svolgere o aver svolto lavori usuranti o essere alle prese con attività di lavoro notturno. L'età minima per la misura varia in base alla tipologia di attività lavorativa svolta e va dai 61 anni e 7 mesi fino ai 64 anni e 7 mesi di età.

Dal punto di vista dei contributi devono essere minimo 35 e contestualmente, età e versamenti devono dare almeno quota 97,6.

I lavori usuranti

La misura è rivolta a particolari ed alcune rare attività lavorative. Ci sono:

  • gli autisti di veicoli con capienza a partire dai nove posti ed adibiti a trasporto pubblico
  • gli operai della linea a catena
  • i palombari
  • operai per lavori in galleria, cava o miniera
  • addetti al lavoro in cassoni ad aria compressa
  • lavori ad alte temperature
  • lavoratori del vetro cavo
  • addetti all’asportazione dell’amianto
  • addetti a lavori svolti prevalentemente e continuativamente in spazi ristretti

A questi si devono aggiungere i lavoratori che per l’anno intero o parte di esso svolgono lavoro nelle ore che vanno dalla mezzanotte alle cinque del mattino, i cosiddetti notturni.

Tra questi rientrano i lavoratori con attività in turni di almeno 6 ore e per almeno 64 giorni l'anno con orario notturno e quelli che lavorano per almeno 3 ore tra la mezzanotte e le cinque del mattino ma per tutto l’anno lavorativo.

La circolare dell’Istituto

Con la circolare n° 59 del 29 marzo l’Inps di fatto conferma una maggiorazione relativa alle notti lavorate nell’anno solare utili al raggiungimento delle quote necessarie.

Per il lavoro notturno infatti la quota varia in base a quante notti si siano lavorate negli anni. Per lavoratori impiegati in cicli produttivi basati su turni e stabiliti da accordo collettivo antecedente il 1° gennaio 2017, ogni notte lavorata va considerata per 1,5 volte. La pensione anticipata infatti prevede che il lavoratore raggiunga:

  • quota 97,6 per lavoro notturno da 78 o più giornate annue
  • quota 98,6 per lavoro notturno da 72 a 77 giornate annue
  • quota 99,6 per lavoro notturno da 64 a 71 giornate annue
  • quota 100,6 per chi ha contributi da lavoro autonomo

In pratica prendendo ad esempio la prima fascia di quota 97,6, basterebbero 52 notti per anno per centrare le 78 minime necessarie.