Le ultime novità sulle pensioni anticipate 2018 non sono delle migliori e arrivano direttamente da Brambilla, che ha redatto il capitolo previdenziale della Lega. L’onorevole, anche presidente del Centro studi e ricerche di Itinerari previdenziali, esperto di pensione e protezione sociale, ha parlato di 5 punti per superare in modo sostenibile la Riforma Fornero. Tra questi due che potrebbero non essere presi bene dai lavoratori precoci, ossia la quota 100 a partire dai 64 anni d’età e la quota 41 col contributivo. I dettagli dalle sue parole.

Riforma pensioni 2018, la Fornero va cambiata, ma come?

Per Brambilla l’intoccabile Riforma Fornero in realtà è già stata più che ritoccata dai precedenti Governi che hanno così eroso gi il 20% dei risparmi che erano stati assicurati dalla normativa originaria. Le modifiche, spiega Brambilla, sono state doverose in quanto hanno cercato di superare le storture e le ingiustizie prodotte dall’innalzamento repentino dell’età anagrafica richiesta per poter accedere alla pensione. Un innalzamento privo di gradualità che ha portato per alcuni ad un incremento di 6 anni di lavoro. Il fatto però di aver agito solo per alcune categorie, a detta di Brambilla, ha creato comunque ingiustizie e disparità, ragione per cui sarebbe doveroso rimettere mano alla riforma abolendo le attuali misure, al fine di creare uno schema di flessibilità equo e spendibile per tutti.

La proposta di controriforma, come spiega Panorama, si baserebbe su ben 5 punti. Qui citiamo i due che maggiormente potrebbero creare malcontento tra i lavoratori, che ben altro si aspettavano dalle promesse elettorali della Lega. Ossia la quota 41, che non sarà per tutti, e la quota 100, che non sarà la semplice somma tra età anagrafica e contributiva senza paletti, anzi.

Ecco cosa prevede la proposta di Brambilla, per non gravare ulteriormente sulle casse dello Stato.

Riforma pensioni: ok a quota 41 col contributivo e quota 100 da 64 anni

Per Brambilla si dovrebbe consentire il pensionamento di vecchiaia anticipata attraverso la quota 100, ma con paletti precoci: a partire dai 64 anni d’età e 36 di contributi.

Sarebbe un buon modo di introdurre la flessibilità in uscita, a suo dire, dai 64 ai 70 anni, calcolando l’assegno pensionistico con il metodo contributivo per i versamenti decorrenti da gennaio 1996. Inoltre l’onorevole leghista parla della concessione del pensionamento anticipato per quanti hanno maturato 41 anni di contributi. Poi precisa che non potranno essere calcolati più di due anni di contribuzione figurativa e che tale anzianità sarà svincolata dall’aspettativa di vita. La pensione però verrà calcolata con il metodo contributivo decorrente da gennaio 1996.

Riforma pensioni, meglio la Fornero?

Molti lavoratori affranti da questa proposta, apparsa ieri su Panorama, hanno già fatto presente che forse per i precoci sarebbe meglio non toccare la Legge Fornero, molti precoci hanno più anni contributivi figurativi alle spalle e rischierebbero, se passasse tale proposta, dunque di dover lavorare a conti fatti molti più dei 41 anni previsti oggi.