Il tema delle pensioni anticipate resta centrale sui social e tra gli addetti ai lavori. In campagna elettorale, sulla riforma Pensioni, si sono spese molte parole, ed ora è giunta la prova dei fatti e gli elettori si aspettano molto dal contratto di Governo M5S-Lega. Al momento, stando alle prime indiscrezioni apparse su Il Sole 24 Ore, pare che in pensione si potrà andare 3 anni prima rispetto agli attuali paletti, ma resterebbe, almeno per il momento, da sciogliere il nodo sui costi. Come a dire che sulle proposte quota 100 e 41 vi è uniformità di intesa ma resta il paletto delle risorse da trovare.

Entro domenica bisogna trovare le coperture da presentare a Mattarella. I dettagli e come si dovrebbe poter uscire prima.

Pensioni 2018, via dal lavoro 3 anni prima: ok a quota 100 da 64 anni

Le proposte che erano circolate sulla quota 100 non erano così lontane da quello che pare essere il contratto che vedrà alla guida del prossimo Governo M5S-Lega. Proprio quelle proposte che aveva già enunciato Alberto Brambilla su il Sole 24 Ore qualche giorno fa, che tanto avevano fatto indignare i lavoratori che ambivano a misure di uscita anticipata senza paletti. La quota 100, come riemerge nuovamente dalle ultime indiscrezioni pubblicate su Il Sole 24 Ore stamane, sarebbe tra le priorità del Governo che però avrebbe fissato 2 paletti, uno anagrafico: 64 anni, e l’altro contributivo: non meno di 35/36.

La nuova flessibilità verrebbe dunque concessa ma con paletti molto stretti, che certamente faranno discutere, necessari affinché la spesa non sia sui 15 miliardi l’anno, come si era ipotizzato in questi giorni, e che probabilmente l’avrebbero resa insostenibile, ma che stando al super tecnico della Lega, non dovrebbero superare i 5 miliardi all’anno.

Tra i paletti, si vocifera, vi sia anche la conferma di un altro requisito stringente: una contribuzione figurativa non superiore ai 2 o 3 anni.

Pensioni anticipate, verso Quota 41,5?

Per quanto concerne quanti hanno già maturato 41 anni di contributi alle spalle, pare che l’idea sia quella di permetterne l’uscita al raggiungimento di 41 anni e 6 mesi, uno sconto rispetto ai 43 anni e 3 mesi, uomini, e 42 anni e 3 mesi, donne, previsto dal 2019, ma che sarebbe in linea con l’aumento dell’aspettativa di vita dei 5 mesi già messo in conto dai precoci.

Poi Brambilla precisa, che questi sono gli aspetti tecnici, poi sarà la politica ad avere l’ultima parola: “si tratta delle proposte tecniche è la politica che tira le conclusioni”. Voi cosa ne pensate di questo eventuale programma di Governo a firma M5S-Lega?