Le ultime novità sulla riforma pensioni al 14 maggio 2018 giungono direttamente da Mattarella. Il Presidente della Repubblica sembra aver lanciato un messaggio piuttosto chiaro ai due leader Salvini e Di Maio che si stanno apprestando a formare il nuovo Governo. A rischio sarebbero i due capisaldi dei programmi leghista e pentastellato. In forse infatti sia la riforma delle Pensioni, sia il reddito di cittadinanza. Ecco il perché.

Riforma pensioni 2018, a rischio: Mattarella avvisa Salvini e Di Maio

Mentre i due leader stanno abbozzando il programma che servirà a guidare il Paese, dal Quirinale si sollevano molti dubbi sulla reperibilità delle risorse che potrebbero rendere fattibili le misure promesse.

Entro domenica si dovrà fare chiarezza anche su questo fronte, in quanto l’incarico non sarà dato a ‘scatola chiusa’, ragione per cui dovrà essere credibile anche sul versante finanziario. Mattarella, dal canto suo, come a voler lanciare un monito a Movimento 5 Stelle e Lega, ha fatto riferimento al suo predecessore cercando di mettere in guardia i due leader: “Einaudi rinviò due leggi approvate dal Parlamento perché comportavano aumenti di spesa senza copertura". Le misure certamente che fanno subito pensare alla frase di Einaudi sono la riforma delle pensioni (o l’abolizione della stessa) ed il reddito di cittadinanza, dal momento che entrambe sono già state studiate dagli esperti e considerate troppo dispendiose, oltreché rischiose per la sostenibilità finanziaria.

A rischio anche quota 100 e 41?

Pensioni anticipate 2018, quanto costerebbero le misure di flessibilità annunciate?

I lavoratori, ormai consapevoli che abolire la Riforma pensioni targata Fornero sarà impossibile, confidano almeno in revisioni importanti, come la quota 100 e la quota 41. Ma anche su queste gli esperti economisti fanno notare che non sarà così semplice trovare le risorse, che sono comunque ingenti.

Stefano Patriarca, consulente per parecchio tempo di Palazzo Chigi per la previdenza e ora responsabile della società di consulenza Tabula, non ha dubbi sull’esosità delle due misure, se mai fossero attuate insieme: “Se oltre a quota 100 si prevedesse anche la possibilità di uscire con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età il costo il primo anno sarebbe di 12,3 miliardi e di quasi 16 a regime”.

La previsione per i prossimi 10 anni sarebbe ancora più preoccupante, pensando alla sostenibilità del sistema pensionistico, approvando le due misure, tanto richieste, di flessibilità in uscita il costo sarebbe di 150 miliardi di euro in 10 anni.