Le Pensioni sono ancora uno degli argomenti principali della politica italiana, a maggior ragione oggi con il nuovo Governo che si sta varando. Tra le priorità che l’esecutivo Conte si prefigge di sistemare, le pensioni sono sicuramente ai primi posti. Si tratta di riformare il sistema fermo ancora alla riforma Fornero, l’ultima vera riforma previdenziale a memoria di uomo. Tra problemi di coperture finanziarie e necessità del sistema, nel contratto di Governo sottoscritto da M5S e Lega sono previste due misure previdenziali nuove, quota 100 e quota 41, misure che consentiranno a molti di anticipare l’uscita dal lavoro e le pensioni nei prossimi anni.

Per il 2018 tutto resterà immutato e probabilmente, salvo miracoli di velocità nell’approvazione di provvedimenti che appaiono comunque difficili; anche nel 2019, almeno inizialmente, saranno le vecchie misure quelle su cui contare se si vuol verificare l’eventuale uscita dal lavoro per la quiescenza. Tra dubbi ed incertezze, dimostrate da quesiti e faq a diversi siti di esperti previdenziali, esistono opzioni che consentono l’anticipo di pensione senza necessariamente attendere le nuove misure. Opzioni che somigliano un po’ proprio alle novità in cantiere ed il salvacondotto, per esempio, è una di queste.

Gli effetti della Fornero continueranno a sentirsi

La Legge Fornero resterà in vigore per diversi aspetti perché le novità che si stanno preparando intaccheranno solo le pensioni anticipate, con quota 41 che andrebbe a sostituire - sempre nelle intenzioni dei due partiti che stanno provano a definire un governo - alla pensione anticipata a 43 anni e 3 mesi dal 2019 (per le donne 42 anni e 3 mesi).

Quota 100 è invece una misura che renderebbe più flessibili le pensioni, ma che non abbatterebbe certo l’età pensionabile che è bene ricordare, nel 2019 salirà a 67 anni. Si tratta dell’età minima per coloro che non racimolano periodi di contribuzione utile alle pensione anticipata (43 anni circa), a quota 41 e nemmeno a quota 100 (ne serviranno almeno 35).

Un fattore questo che sembra passare inosservato per l’entusiasmo che si vede e si sente intorno a quota 100 o quota 41, misure che oggi vengono viste, dal punto di vista dei cittadini, come panacee per la situazione previdenziale italiana. In pratica, nonostante i miglioramenti che due misure come quelle in cantiere apporteranno, parte della pesantezza delle norme Fornero, alle quali si deve aggiungere la pesantezza dell’aspettativa di vita collegata alle pensioni, continueranno ad incidere sulle pensioni e sui loro requisiti.

A maggior ragione considerando che, come consuetudine, ogni qual volta si vara una nuova misura si cercano correttivi e paletti per ridurre la platea di eventuali aventi diritto. L’ipotesi del limite dei contributi figurativi utilizzabili per quota 100 o quota 41 (massimo 2 anni), che molti media hanno riportato, appare un paletto mirato alla riduzione dei costi delle misure. Lo stesso ragionamento può essere fatto per quota 100 e per l’età minima che dovrebbe essere accollata alla misura. Si partirebbe a 64 anni, e quindi non sarebbero valide altre combinazioni a quelle classiche di 64 anni e 36 di contributi piuttosto che 65 e 35 o 66 e 34.

Deroga Fornero

Combinazioni per la pensione con quota 100 che somigliano tanto ad una misura che proprio la Fornero lasciò in piedi per detonare in parte la penalizzazione in termine di requisiti di molti lavoratori prossimi alla pensione a cavallo dell'introduzione della sua riforma: ad esempio il Decreto Salva Italia del Governo Monti lasciò uno scivolo anticipato per la pensione con il salvacondotto, conosciuto anche come Deroga Fornero.

Misura questa che consente di lasciare il lavoro a 64 anni di età con determinati requisiti centrati al 31 dicembre 2012. A vedere bene questi requisiti, si poteva accedere alla pensione raggiungendo 35 anni di contributi e 61 di età, o in alternativa 36 anni di contributi e 60 di età prima del 1° gennaio 2013. Essendo la misura una di quelle che funziona con le quote, a requisito contributivo ed anagrafico minimo richiesto, va aggiunta la concomitante chiusura al 31 dicembre 2012 della quota 97,6, opzione ancora più vantaggiosa per le donne che fermo restando i 60 o 61 anni di età al 31 dicembre 2012, dovevano aver maturato solo 20 anni di contribuzione alla stessa data.

In definitiva, coloro che si trovano con almeno 64 anni di età oggi e con quei requisiti chiusi prima dell’anno 2013, potrebbero già nel 2018 e nel 2019 anticipare la pensione senza le nuove misure che dovrebbero essere attuate.